
Redazione RHC : 4 Maggio 2021 09:30
“Ti suggerisco di trovare una comunità diversa su cui fare esperimenti”
ha scritto Greg Kroah-Hartman, uno tra i principali sviluppatori / manutentori della Linux Foundation, in una livida e-mail.
“Non sei benvenuto qui.”
Questa in risposta ad una patch inviata da uno studente dell’Università del Minnesota che ha inviato una fix tramite posta elettronica ad un elenco di sviluppatori del progetto.
Ma come si può bandire addirittura una intera università a contribuire al kernel Linux?
All’inizio di quest’anno, due ricercatori dell’università del Minnesota, avevano pubblicato un documento che descriveva in dettaglio come avevano scoperto che delle vulnerabilità di sicurezza note, potevano influire sulla capacità di revisione e commit del kernel Linux.
Ora, dopo che un altro studente dell’università ha presentato un altro codice, il manutentore del kernel Greg Kroah-Hartman ha rilasciato una dichiarazione chiedendo a tutti i manutentori del kernel di rifiutare qualsiasi invio di codice da chiunque utilizzi un indirizzo email umn.edu.
Greg è stato lapidario, riportando:
“…non c’è bisogno che nessun manutentore si preoccupi su questo, ma dovrebbero essere consapevoli che future presentazioni da parte di chiunque con un indirizzo umn.edu dovrebbero essere rifiutate per impostazione predefinita se non diversamente determinato a essere effettivamente una soluzione valida…
Oltre a non accettare alcun nuovo codice dall’università, tutto il codice inviato in passato dovrà essere rimosso e riesaminato.
Sembra che sia un’enorme quantità di lavoro, ma Kroah-Hartman ha chiarito che la comunità degli sviluppatori non apprezza “essere sperimentata” e che tutto il codice dell’università è stato messo in discussione a causa del ricerca.
L’università ha rilasciato una dichiarazione, affermando di essere stata informata della ricerca e del suo successivo divieto di contribuire.
Dice di aver sospeso quel genere di ricerche e indagherà su come lo studio sia stato approvato e condotto.
In una dichiarazione intesa a chiarire lo studio, i ricercatori hanno affermato che intendevano attirare l’attenzione sui problemi con il processo di invio, principalmente sul fatto che i bug, compresi quelli che erano potenzialmente dannosi, potrebbero celarsi all’interno.
La sviluppatrice del kernel Laura Abbot ha ribattuto in un post sul suo blog, che la possibilità che i bug scivolino all’interno del codice del kernel è ben nota nella comunità del software open source.
In effetti, nell’era dei bug in supply-chain, i processi interni dello sviluppo del codice del kernel Linux (presente su tutti i sistemi del mondo), sarebbe interessante analizzarlo con cura.
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