
I criminali informatici stanno cercando di “reclutare” dipendenti di banca come parte di nuovi attacchi informatici al settore finanziario africano. Nelle ultime tre settimane, gli aggressori hanno inviato e-mail e messaggi ai dipendenti di organizzazioni finanziarie, con un’offerta di lavoro da parte di una banca concorrente.
Tuttavia, l’offerta era fittizia e il messaggio conteneva una “sorpresa” dannosa, secondo il team di ricerca di HP Wolf Security.
Per inviare email di phishing, gli aggressori utilizzano indirizzi email molto simili a quelli reali, ma con una differenza di uno o due caratteri (il cosiddetto typesquatting è un attacco in cui i truffatori utilizzano nomi di dominio che sembrano veri, ma con un “errore di battitura”, nella speranza che la vittima non si accorga della differenza).
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La vittima successivamente riceve una seconda e-mail con un allegato HTML.
Dopo che il file è stato aperto, il suo contenuto viene decodificato e visualizzato come una finestra di caricamento web. Alla vittima viene chiesto di scaricare un file che è già memorizzato sul computer. Gli aggressori utilizzano questa tecnica, per aggirare efficacemente i meccanismi di sicurezza che bloccano il traffico dannoso del sito.
Il file contiene uno script VBS che, se si fa doppio clic, avvia la creazione di una chiave di registro per la persistenza del sistema, l’esecuzione di script PowerShell e la distribuzione di GuLoader.
GuLoader è un loader per fornire malware RemcosRAT al sistema attaccato.
Il malware è un Trojan di accesso remoto commerciale (RAT) offerto sui forum di criminali informatici tramite abbonamento a una tariffa molto bassa.
Progettato per attaccare i PC Windows, il Trojan è dotato di una funzione keylogger ed è anche in grado di acquisire schermate, monitorare la vittima attraverso la fotocamera e il microfono del computer, rubare dati del sistema operativo e file personali, registrare l’attività del browser della vittima e scaricare malware aggiuntivo.
Attaccando i dipendenti delle banche, gli aggressori molto probabilmente hanno cercato di accedere ai sistemi interni delle banche tramite le loro macchine aziendali o tramite i dispositivi personali del personale che lavorava da remoto.
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