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Autore: Daniela Farina

Siamo tutti nel Truman Show! Lezioni di cybersecurity dalla cyber-prigione di Seahaven

Il film del 1998 “The Truman Show” è una terrificante premonizione dei pericoli della sorveglianza pervasiva, della manipolazione algoritmica e dell’erosione del consenso, in un contesto moderno di interconnessione digitale. È un’allegoria filosofica sulla caverna di Platone. La vita di Truman Burbank è un caso studio di “cyber-prigione” perfetta. Trasportando la metafora di Seahaven nel dominio della sicurezza informatica, identifichiamo le tecniche di controllo di Christof (l’architetto dello show) come paradigmi di attacchi avanzati e persistenti (APT) e di ingegneria sociale. La mente come prima linea di difesa violata Truman Burbank vive la sua intera esistenza come la star involontaria di uno

Alla scoperta del firewall emotivo! La vulnerabilità che nessuno sta patchando

Nella cyber arena c’è una criticità che non abbiamo ancora patchato: il nostro firewall emotivo. Questo non è un problema di rete, ma un blocco mentale collettivo. Siamo chiamati a smantellare la nostra percezione dell’errore e a riconoscerlo non come un fallimento sistemico, ma come il data-set più prezioso per il nostro apprendimento continuo. Per noi che viviamo sotto la costante pressione della vulnerabilità e del bug, questa trasformazione mentale non è un lusso: è la chiave per prevenire il burnout e forgiare una resilienza inattaccabile. Vediamo nello specifico come applicare i nostri principi di sicurezza alla nostra architettura interiore. Debugging dell’identità

Blade Runner aveva già previsto il deepfake! Le lezioni cyber dai classici del cinema

“L’arte è lo specchio che riflette l’anima di chi la osserva.” Questa citazione, che racchiude l’essenza della nostra esperienza con il cinema, assume un significato cruciale quando si parla di cybersecurity. Il film “Her” (2013) di Spike Jonze è l’esempio più emblematico di questa dinamica. La relazione del protagonista, Theodore Twombly, con il sistema operativo Samantha non è un film sull’intelligenza artificiale, ma sulla vulnerabilità umana nell’era della connessione digitale. Theodore si fida ciecamente di Samantha, le apre la sua vita e le affida le sue emozioni più intime. Questa fiducia assoluta, pur emotivamente comprensibile, riflette un rischio concreto: la nostra crescente

Platone, la caverna e i social: stiamo guardando solo le ombre?

Il celebre precetto socratico “Conosci te stesso“ non è mai stato più attuale. Oggi, la nostra identità digitale è un mosaico frammentato di profili social, cronologie di ricerca e interazioni online, costantemente esposta e vulnerabile. L’essenza della filosofia di Socrate, fondata sull’arte della maieutica, ci offre uno scudo potentissimo contro le manipolazioni. Socrate non offriva risposte, ma spingeva i suoi interlocutori a trovarle dentro di sé. Questo processo di auto-indagine, o maieutica, non è una semplice tecnica dialettica, ma un vero e proprio atto di autodeterminazione, un parto della verità interiore. Allo stesso modo, per difenderci nel mondo digitale, dobbiamo imparare a

Non è il tuo PC l’anello debole, ma la tua mente: gli esercizi per difenderti dagli hacker

Benvenuti al nostro secondo appuntamento! La scorsa settimana, abbiamo esplorato il campo di battaglia della mente umana, comprendendo come la coevoluzione tra hacker e difensori sia una partita a scacchi psicologica, e come i nostri bias cognitivi e schemi mentali siano i veri punti di accesso per chi vuole attaccarci. Oggi, è il momento di passare all’azione! Non ci concentreremo sulle vulnerabilità, ma su come trasformarle in punti di forza. L’obiettivo? Costruire la nostra resilienza digitale. La resilienza, nella sua accezione più ampia, è la capacità di un sistema di adattarsi e riprendersi dopo un evento traumatico. Nel nostro contesto, non si

Il nuovo campo di battaglia della cybersecurity? Il tuo Cervello!

Benvenuti al primo appuntamento con la nostra rubrica, un percorso di tre settimane per esplorare la straordinaria danza tra coevoluzione, cybersecurity e le discipline umanistiche, con un focus sul coaching. Ogni settimana, affronteremo un aspetto diverso di questo tema, partendo oggi dal cuore del problema: la mente umana. La coevoluzione è un concetto affascinante, un ballo cosmico in cui due specie, o sistemi, si influenzano reciprocamente, adattandosi e crescendo insieme. Darwin la osservava nei fringuelli delle Galápagos, il cui becco mutava in base ai semi disponibili. Oggi, possiamo vederla nel mondo digitale, dove la cybersecurity e la psicologia non sono più discipline

Oltre il codice: quando l’IA ci ricorda chi siamo

Siamo a un bivio. Non uno qualunque, ma quello esistenziale. L’Intelligenza Artificiale non è più fantascienza, è la nebbia che si addensa sul nostro cammino, ridefinendo ogni certezza. Ci costringe a una domanda scomoda: “siamo pronti a rimettere in discussione chi siamo?” Questa non è una minaccia, è un’occasione. È l’opportunità di guardarci dentro, di riscoprire la nostra essenza più selvaggia e irriducibile. Questo articolo è un viaggio intrapreso da chi, come me, ha unito l’indagine filosofica all’azione del coaching. Un dialogo potente tra due forze antiche: la filosofia che scava nell’abisso umano (da Platone a Sartre) e il coaching che trasforma

Coltivare la mente come difesa nella Cybersecurity: Il cervello sarà la prossima fortezza digitale?

Immagina per un attimo di trovarti di fronte al pannello di controllo più critico di una infrastruttura IT. Non un server, non un firewall di ultima generazione, non un sistema AI avanzatissimo. Immaginiamo che quel pannello sia la tua mente. È da lì che provengono le decisioni più importanti, le reazioni più rapide, le analisi più profonde. Ed è lì che, troppo spesso, risiedono la vulnerabilità più inaspettate. Sono qui, tra voi, da più di venti anni. Ho visto incidenti, ho celebrato successi e ho sentito la pressione che ogni professionista della cybersecurity conosce bene. Ma la mia prospettiva è sempre stata

Pig Butchering Scam: Come la macellazione del maiale sta diventando una Truffa di dipendenza emotiva

Nell’interconnesso labirinto del XXI secolo, dove il desiderio di autenticità e la ricerca di opportunità danzano sul filo del paradosso, emerge un fenomeno oscuro che sfida le nostre più radicate difese psicologiche: il “pig butchering scam”. Non una mera frode finanziaria, ma una macabra sinfonia di manipolazione e ingegneria sociale, costruita sulla fame atavica di connessione umana. Qui, la preda non è solo il conto in banca, ma l’integrità stessa dell’individuo. Manipolazione emotiva Al cuore del “pig butchering scam” c’è una meticolosa, quasi chirurgica, costruzione di fiducia e dipendenza emotiva. Gli scammer non sono ladri improvvisati; sono maestri nell’arte della persuasione psicologica,

Breadcrumbing: capire la manipolazione emotiva per difendersi meglio nel dominio digitale

Questo articolo mira a esplorare il fenomeno del breadcrumbing da una prospettiva psicologica, collegandolo in modo metaforico alle strategie insidiose che gli attaccanti usano nella cybersecurity. Scopriremo come la comprensione delle dinamiche relazionali umane può offrirci strumenti preziosi per difenderci nel complesso panorama digitale. Dimenticate l’immagine dell’hacker che sfonda le porte. Il panorama delle minacce informatiche del 2025 è dominato da una strategia ben più insidiosa, mutuata direttamente dalle dinamiche più oscure della psicologia umana: il breadcrumbing. Immaginatelo come la tecnica di un pescatore esperto: non getta una rete enorme, ma lancia piccole, allettanti esche – briciole di pane – per tenere

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