
Redazione RHC : 18 Agosto 2025 10:25
Il 23 luglio 2025, Tesla tenne la sua conference call sui risultati del secondo trimestre. Elon Musk , come di consueto, trasmise a Wall Street il suo contagioso ottimismo. Parlando di Dojo, il supercomputer di intelligenza artificiale dell’azienda, costruito con cura, espresse fiducia: “Prevediamo che Dojo 2 sarà operativo su larga scala l’anno prossimo, con una capacità equivalente a circa 100.000 chip H100″.
Questa affermazione è stata senza dubbio una vera e propria iniezione di fiducia. Gli investitori consideravano Dojo non solo il pilastro tecnologico del sistema di guida completamente autonoma (FSD) di Tesla, ma anche il motore principale della sua trasformazione da azienda di auto elettriche a gigante dell’intelligenza artificiale da mille miliardi di dollari. Gli analisti di Morgan Stanley ne stimavano addirittura il potenziale valore a 500 miliardi di dollari.
Tuttavia, nessuno avrebbe potuto prevedere che questo sogno “spettacolare” sarebbe finito così rapidamente. Solo tre settimane dopo, arrivò la tempesta. All’inizio di agosto 2025, un rapporto di Bloomberg sconvolse il mondo della tecnologia: il team del progetto Dojo era stato sciolto e il suo leader, Peter Bannon , stava per andarsene. Poi, nel fine settimana dal 9 all’11 agosto, Musk portò personalmente a termine questo progetto un tempo stellare, con una serie di post sulla sua piattaforma social, X. Descrisse questa svolta drammatica degli eventi come un aggiornamento strategico ben ponderato, dichiarando che Dojo 2 aveva raggiunto “un vicolo cieco evolutivo” e che il futuro di Tesla si sarebbe concentrato su un altro chip ad “architettura convergente”, chiamato AI6.
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Sono trascorsi meno di 20 giorni tra l’audace promessa di “un equivalente a 100.000 H100” e la dura conclusione di un “vicolo cieco evolutivo”.
Cosa è successo dietro le quinte?
Non si è trattato di un semplice adattamento del progetto; è stato un dramma della Silicon Valley, intrecciato da scommesse tecnologiche, frenesia di talenti, realtà commerciali e manovre tra giganti.
Il fallimento del progetto Dojo non è solo una grave battuta d’arresto per la strategia di intelligenza artificiale di Tesla, ma anche un monito multimiliardario per tutti quegli individui ambiziosi che cercano di sfidare la supremazia dell’hardware nell’era dell’intelligenza artificiale.
Redazione
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