
Redazione RHC : 2 Agosto 2025 16:08
La Cyberspace Administration of China (CAC) ha espresso preoccupazione per la recente proposta degli Stati Uniti di integrare funzionalità di tracciamento e localizzazione nei chip avanzati destinati all’esportazione. Questa misura potrebbe compromettere le prospettive di vendita di Nvidia nel mercato cinese, proprio poche settimane dopo la revoca del divieto statunitense all’esportazione dei chip H20 dell’azienda.
In un comunicato diffuso giovedì, la CAC ha reso noto di aver convocato Nvidia per chiarire se il chip H20 contenesse potenziali rischi di sicurezza, in particolare la presenza di una “backdoor”: un meccanismo nascosto in grado di aggirare le normali misure di autenticazione o sicurezza, aprendo la strada a possibili accessi non autorizzati. Nvidia, dal canto suo, ha negato categoricamente ogni rischio. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato:
“La sicurezza informatica è di fondamentale importanza per noi. Nei chip Nvidia non sono presenti meccanismi di backdoor a cui altri possano accedere o che possano controllare da remoto”.
CVE Enrichment Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.
Cosa trovi nel servizio: ✅ Visualizzazione immediata delle CVE con filtri per gravità e vendor. ✅ Pagine dedicate per ogni CVE con arricchimento dati (NIST, EPSS, percentile di rischio, stato di sfruttamento CISA KEV). ✅ Link ad articoli di approfondimento ed exploit correlati su GitHub, per ottenere un quadro completo della minaccia. ✅ Funzione di ricerca: inserisci un codice CVE e accedi subito a insight completi e contestualizzati.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Questa vicenda si inserisce in un contesto di tensioni crescenti nella guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina. La revoca del divieto all’esportazione dell’H20 – imposto ad aprile – è arrivata dopo che Nvidia aveva progettato questo chip appositamente per il mercato cinese, cercando di aggirare le restrizioni introdotte dagli Stati Uniti alla fine del 2023 sui chip AI più avanzati.
All’inizio del mese, il CEO di Nvidia, ha compiuto una visita ufficiale in Cina, partecipando a numerosi eventi pubblici e incontrando funzionari governativi. Durante il viaggio, Huang ha ribadito l’impegno dell’azienda per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nel Paese, cercando di consolidare il rapporto con Pechino.
Secondo Charlie Chai, analista presso la società di ricerca tecnologica 86Research, l’iniziativa della Cina avrebbe più un significato simbolico che pratico:
“Non crediamo che la Cina imporrà vincoli così severi da compromettere realmente l’operatività di Nvidia. La carenza di alternative fa sì che la Cina abbia ancora bisogno dei chip Nvidia per alimentare la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico”.
Oltre alle aziende private, i chip Nvidia risultano fondamentali anche per istituti di ricerca statali, università e persino enti militari. Stando a quanto riportato da Reuters, la scorsa settimana Nvidia avrebbe ordinato 300.000 chip H20 alla propria fonderia partner, la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), per rispondere alla forte domanda del mercato cinese.
Redazione
Dietro molte delle applicazioni e servizi digitali che diamo per scontati ogni giorno si cela un gigante silenzioso: FreeBSD. Conosciuto soprattutto dagli addetti ai lavori, questo sistema operativo U...

Molto spesso parliamo su questo sito del fatto che la finestra tra la pubblicazione di un exploit e l’avvio di attacchi attivi si sta riducendo drasticamente. Per questo motivo diventa sempre più f...

Dal 1° luglio, Cloudflare ha bloccato 416 miliardi di richieste da parte di bot di intelligenza artificiale che tentavano di estrarre contenuti dai siti web dei suoi clienti. Secondo Matthew Prince, ...

Nel 2025, le comunità IT e della sicurezza sono in fermento per un solo nome: “React2Shell“. Con la divulgazione di una nuova vulnerabilità, CVE-2025-55182, classificata CVSS 10.0, sviluppatori ...

Cloudflare torna sotto i riflettori dopo una nuova ondata di disservizi che, nella giornata del 5 dicembre 2025, sta colpendo diversi componenti della piattaforma. Oltre ai problemi al Dashboard e all...