
Redazione RHC : 31 Marzo 2024 16:39
Un recente studio pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences ha scoperto che l’intelligenza artificiale (AI) è in grado di rilevare segni di depressione sulla base dei post degli utenti sui social media.
Tuttavia, c’è un piccolo problema: l’algoritmo per determinare la depressione si è rivelato un po’ razzista, poiché funziona in modo efficace solo per gli americani bianchi, mentre l’analisi dei resoconti dei loro connazionali neri ha mostrato indicatori molto meno accurate.
Il modello di intelligenza artificiale utilizzato era più di tre volte meno predittivo della depressione tra gli utenti neri di Facebook rispetto agli utenti bianchi, hanno riferito i ricercatori. Gli autori dello studio sottolineano che la razza viene spesso trascurata nelle valutazioni della salute mentale basate sulla lingua, ma i risultati suggeriscono che non dovrebbe essere così.
Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Gli psicologi hanno già scoperto che l’uso frequente di pronomi in prima persona e di alcune categorie di parole, come i termini autoironici, è associato ad un aumento del rischio di depressione.
Il nuovo studio ha utilizzato uno strumento di intelligenza artificiale specializzato per approfondire i post sui social media pubblicati da 868 volontari, metà dei quali erano bianchi e l’altra metà neri. Altre caratteristiche, come età e sesso, erano le stesse per tutti i partecipanti.
Inoltre, tutti i partecipanti sono stati selezionati utilizzando un questionario validato utilizzato dagli operatori sanitari per lo screening della depressione. Si è scoperto che l’associazione tra depressione e uso dei pronomi “io”, autocritica e sentimenti di isolamento è stata osservata esclusivamente tra i bianchi.
Sharath Chandra Guntaku, coautore dello studio, ha espresso sorpresa per il fatto che le associazioni linguistiche trovate in precedenza non si applicassero a tutti i pazienti. Ha sottolineato che, sebbene i dati dei social media non possano essere utilizzati per diagnosticare con precisione la depressione, possono essere utili per valutare il rischio in individui o gruppi.
Un altro studio del team di Guntaku, condotto in precedenza, ha analizzato il linguaggio nei post sui social media durante la pandemia di COVID-19, e ha mostrato l’importanza di tali dati per valutare la salute mentale della società.
Brenda Curtis del National Institute on Drug Abuse degli Stati Uniti, che ha lavorato allo studio, ha osservato che il linguaggio che indica la depressione sui social media può fornire agli operatori sanitari informazioni sulla potenziale interruzione del trattamento e sulla ricaduta in un paziente con disturbo da uso di sostanze.
Redazione
Secondo un rapporto pubblicato di recente dal Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN), l’attività globale del ransomware ha raggiunto il picco nel 2023, per poi crollare nel 2024. Questo calo...

Siamo connessi, connessi a tutto, iperconnessi. La nostra vita professionale e sociale è scandita da deadline strettissime e da un’asticella che viene continuamente alzata, dobbiamo spingere. Ci im...

Il Centro Congressi Frentani ospiterà il 12 dicembre la conferenza “Cybercrime, Artificial Intelligence & Digital Forensics”, l’evento annuale organizzato da IISFA – Associazione Italiana...

Un nuovo post pubblicato poche ore fa sul forum underground Exploit rivela l’ennesima offerta criminale legata alla vendita di accessi a siti compromessi. L’inserzionista, un utente storico del fo...

In Australia, a breve sarà introdotta una normativa innovativa che vieta l’accesso ai social media per i minori di 16 anni, un’iniziativa che farà scuola a livello mondiale. Un’analoga misura ...