Redazione RHC : 8 Novembre 2023 07:39
Autore: doubleBL00D
Un utente qualsiasi di OnlyFans si iscrive ad un canale, probabilmente pagandone anche l’iscrizione. Usufruisce della visione dei contenuti per adulti messi a disposizione del content creator nel suo canale, ma senza temere troppo, effettua #screenshot e #screencast dei contenuti messi a disposizione.
Non contento condivide il tutto con altre persone, finendo per alimentare i già abbondanti flussi illeciti di contenuti. Purtroppo per lui probabilmente inavvertitamente, durante uno screenshot, viene immortalata una notifica di un messaggio privato arrivato a quello che potrebbe essere il proprio account Instagram.
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La notifica però non contiene solo l’username mittente, ma anche l’username destinatario, oltre anche a parte del contenuto del messaggio. Per questa “disattenzione” o presunzione di innocuità del gesto, data la chiara possibilità di identificare l’autore del possibile illecito, l’autore potrà ricevere facilmente una denuncia diretta da parte del content creator per illecita diffusione di materiale protetto da diritti d’autore, ma anche qualche ulteriore implicazione personale data dal testo del messaggio privato “reso pubblico”.
Il testo sembra contenere un invito ad un appuntamento “ravvicinato” con una persona, che come emerge dal social stesso in questione, non è suo partner abituale.
Le piattaforme digitali, con o senza iscrizione a pagamento, mettono a disposizione dell’utente il contenuto, ma la concessione o vendita della fruizione del contenuto protetto dal diritto d’autore non ne implica necessariamente la possibilità di ricondivisione a terzi.
Nell’immaginario collettivo, la pirateria è un’attività organizzata e ben lontana dall’attività delle persone comuni, ma anche questo tipo di azioni si configurano come un’attività di pirateria informatica.
Le piattaforme cercano di mettere in guardia sia i produttori di contenuti, sia gli utenti finali sulle legislazioni vigenti. Si sprecano in rete, nei forum e nel underground gli esempi di rischi di un uso scorretto e sconsiderato dei contenuti offerti, non previsti dal servizio.
Utilizzando il watermarking visibile si tende a ricordare all’utente la presenza di diritti d’autore anche visivamente. Mentre implementando strategie di watermarking “invisibile”, ad occhio umano, è invece possibile ottenere uno strumento per il tracciamento del contenuto… a meno di una riduzione importante della qualità e della risoluzione dell’immagine.
Gli eventi appena narrati sono, purtroppo, reali. Non potendo escludere la remota possibilità che lo screenshot “maldestro” sia stato creato ad arte e fatto circolare per screditare il mittente o il destinatario, creando anche direttamente un danno al content creator,
c’è da sottolineare che tali modalità di condivisione, tramite screenshot e screencast, sono ormai un andazzo molto diffuso, troppo spesso sottovalutato dalla totalità degli utenti di qualsiasi servizio digitale. Ma come mette in luce la storia queste modalità non sono mai esenti da rischi e problemi, anche per la possibile ed inavvertita condivisione di dati personali.
Per essere chiari, in questo caso il rischio dei dati personali di questo utente è emerso a seguito di un illecito, che condanniamo apertamente, ma spesso si vedono in rete screencast “leciti” condivisi non curanti delle notifiche o delle icone che appaiono durante il video… per chi se lo fosse chiesto fino ad ora con “screencast” si intende tecnicamente la registrazione video dello schermo!
Per questo motivo consigliamo agli utenti di utilizzare solo le funzionalità, se presenti, di condivisione messe a disposizione dalle stesse app… ricordando che nonostante queste possano essere messe a disposizione dalle app stesse alcune di queste sono comunque non lecite o almeno non opportune.
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