
Di recente è stata svolta una ricerca chiamata “La privacy di essere Immuni” da PHD Italia, agenzia media e di comunicazione di Omnicom Media Group, che ha indagato sul valore dei dati personali e della protezione del loro valore in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo.
Secondo il sondaggio svolto nella prima metà di aprile su un campione di un migliaio di interviste a persone con età compresa tra i 18 e i 64 anni, è risultato che il partito dei contrari alla condivisione è il 42% degli italiani: le loro preoccupazioni potrebbero essere disinnescata dall’efficacia dell’app, infatti solo il 47% di essi si è documentato rispetto al 62% dei favorevoli.
Il 69% degli intervistati si dichiara consapevole del valore commerciale delle proprie informazioni private, il 58% è comunque disponibile a cederli alle istituzioni per una maggiore tutela della salute propria e degli altri.
Percentuale che scenderebbe però al 39% se questa cessione fosse imposta. Certo perché una app possa avere successo ci deve essere una soglia minima di partecipazione del 60% e bisogna inoltre tener conto del fatto che solo il 73%(+14 anni) utilizza uno smartphone, l’83% dei possessori dovrebbe scaricare l’applicazione, solo così quel consenso inizialmente accordato del 58% salirebbe di circa il 40% in relazione a chi potrebbe tecnicamente farlo.
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https://www.corriere.it/economia/consumi/20_giugno_23/app-immuni-58percento-italiani-favorevole-8866d090-b53b-11ea-b746-d1aa0702042a.shtml
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