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Autore: Christian Moccia

USBreacher: la Rubber Ducky fai da te controllabile da remoto via Bluetooth o Wi-Fi

Immaginate di disporre di un dispositivo delle dimensioni di una comune chiavetta USB, capace di emulare una tastiera e di inviare comandi a un computer in tempi brevissimi. Una soluzione di questo tipo, già resa celebre dalla nota USB Rubber Ducky, rappresenta uno strumento di riferimento per i professionisti della cybersecurity. Tuttavia, nonostante la sua efficacia, la Rubber Ducky presenta alcune limitazioni che possono compromettere la flessibilità operativa: la necessità di pre-caricare un unico script, l’esecuzione automatica e non supervisionabile al momento dell’inserimento e l’impossibilità di interagire in tempo reale con il sistema target. A rispondere a queste sfide è USBreacher, un

Poison Tap: l’attacco che inganna il tuo computer e ruba tutto il traffico di rete

Il Poison Tap rappresenta una tecnica di attacco informatico tanto semplice quanto insidiosa, capace di compromettere la sicurezza di un sistema manipolando il traffico di rete in entrata e in uscita dal dispositivo vittima. Questo attacco sfrutta un dispositivo fisico, opportunamente configurato, per ottenere l’accesso non autorizzato ai dati in transito da e verso un computer. Come funziona L’attacco si basa sull’impiego di un dispositivo hardware, spesso un Raspberry Pi o un’alternativa simile, configurato per simulare il comportamento di una scheda di rete. Collegandosi fisicamente al computer bersaglio, il dispositivo riesce ad ingannare il sistema operativo fingendosi un’interfaccia di rete legittima. Una

AI contro AI: la nuova Guerra tra difensori della Rete e Criminali per il Controllo del Cyberspazio

Nel vasto panorama della cybersecurity, una nuova frontiera ha preso forma: la guerra tra intelligenze artificiali. Ciò che una volta era considerato un tema di narrativa fantascientifica è ora una realtà tangibile, dove algoritmi avanzati si affrontano in una battaglia silenziosa ma decisiva per il controllo e la protezione delle infrastrutture digitali globali. L’impiego dell’intelligenza artificiale da parte dei cybercriminali ha trasformato il modo in cui vengono condotti molti attacchi informatici. Malware, phishing e ransomware, strumenti già noti e temuti, hanno acquisito un livello di sofisticazione senza precedenti grazie all’utilizzo di modelli di machine learning. Gli hacker, da tempo, non si limitano

DDoS e cyberwar: il grande bluff mediatico smascherato dagli esperti

Negli ultimi anni, il termine “cyberwar” è entrato prepotentemente nel lessico quotidiano. Titoli sensazionalistici, analisi geopolitiche e conferenze sulla sicurezza informatica ci dipingono uno scenario inquietante: nazioni che si combattono nell’ombra con attacchi digitali, minacce che mettono in ginocchio infrastrutture critiche e hacker che diventano i nuovi soldati in un campo di battaglia virtuale. Ma guardando da vicino questa “cyberwar”, spesso ci troviamo davanti a qualcosa che ha più del teatro che della guerra. Gli attacchi all’Italia Negli ultimi mesi, l’Italia è stata bersaglio di una serie di attacchi informatici provenienti da gruppi hacker russi. Tra questi spicca Noname057(16), un collettivo noto

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