Cyberwar in Italia: il governo porta l’esercito nel cyberspazio
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
UtiliaCS 970x120
Banner Mobile
Cyberwar in Italia: il governo porta l’esercito nel cyberspazio

Cyberwar in Italia: il governo porta l’esercito nel cyberspazio

23 Settembre 2025 08:05

Il cyberspazio non è più una dimensione marginale ma un vero e proprio dominio operativo strategico. La sua rilevanza è oggi equiparabile a quella di terra mare aria e spazio. L’accelerazione tecnologica trainata dall’Intelligenza Artificiale e dalla digitalizzazione diffusa ha trasformato infrastrutture critiche, servizi sanitari, università e comunicazioni personali in superfici di attacco permanenti. In questo scenario la linea di confine tra criminalità informatica, attivismo politico e minacce di matrice statale si è progressivamente assottigliata dando vita a nuove forme di conflitto ibrido.

In Italia questa trasformazione si riflette nel dibattito sul disegno di legge presentato dal presidente della Commissione Difesa Nino Minardo che attribuisce alle Forze Armate un ruolo operativo anche al di fuori dei tradizionali contesti bellici. L’iniziativa si colloca in un percorso avviato in sede NATO che dal 2016 riconosce il cyberspazio come dominio operativo. L’urgenza della proposta nasce dalla crescita esponenziale di attacchi informatici diretti verso istituzioni imprese e cittadini.

Il contenuto del disegno di legge

Il testo introduce modifiche al codice dell’ordinamento militare, prevedendo la creazione di una riserva ausiliaria composta da ex militari e la possibilità di integrare competenze esterne altamente specializzate. Questo personale civile affiancherebbe i militari nelle operazioni digitali e verrebbe equiparato per alcuni profili giuridici agli operatori delle Forze Armate.


Christmas Sale

Christmas Sale -40%
𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀 Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Si tratta di una scelta che apre scenari innovativi e al tempo stesso complessi. Non siamo davanti a una semplice esternalizzazione di servizi ma alla creazione di un nuovo attore ibrido dotato di una speciale causa di giustificazione. Tale istituto, già previsto per l’intelligence, consente di escludere la rilevanza penale di condotte poste in essere nell’interesse istituzionale. L’estensione al dominio militare e a figure civili rischia tuttavia di creare un’area di opacità difficilmente compatibile con le esigenze di trasparenza e con la giurisdizione della magistratura ordinaria.

Le ragioni di una scelta

Il contesto che ha spinto il legislatore a proporre questo intervento è chiaro. Tra gennaio 2023 e luglio 2024 l’Italia ha registrato oltre 19 mila attacchi informatici con una media di più di trenta al giorno. Nei primi sei mesi del 2025 l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ha rilevato un aumento del 53 per cento rispetto all’anno precedente con quasi trecentocinquanta incidenti a impatto confermato.

Gli attacchi colpiscono soprattutto i settori dell’energia e dell’acqua ma anche pubblica amministrazione università e telecomunicazioni. L’episodio del ransomware che nel 2021 paralizzò la Regione Lazio resta un caso emblematico della vulnerabilità del sistema Paese e del potenziale impatto delle minacce ibride. Nonostante non fosse un atto di guerra il blocco dei servizi sanitari e delle prenotazioni vaccinali produsse effetti paragonabili a quelli di un’azione militare convenzionale.

Il nodo della governance

Il disegno di legge apre inevitabilmente una riflessione sul coordinamento istituzionale. L’Italia dispone già di un’autorità civile unica l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale con il compito di prevenire mitigare e certificare la sicurezza informatica. L’ingresso delle Forze Armate con funzioni operative anche in tempo di pace solleva il rischio di un doppio binario che potrebbe replicare frammentazioni già sperimentate in passato.

Una difesa cibernetica efficace richiede al contrario una strategia unitaria che definisca ruoli e responsabilità senza sovrapposizioni. La Difesa può avere un ruolo centrale nella risposta attiva, mentre l’Agenzia dovrebbe mantenere la funzione di coordinamento della resilienza nazionale. Una governance competitiva anziché integrata rischierebbe di indebolire il sistema complessivo.

Il confronto con i modelli internazionali

Gli alleati occidentali hanno già affrontato sfide simili. Negli Stati Uniti lo US Cyber Command opera come comando unificato con meccanismi di supervisione civile e un sistema di accountability consolidato. Nel Regno Unito il GCHQ gestisce la maggior parte delle operazioni mantenendo una chiara separazione tra compiti civili e militari.

Il caso più vicino all’Italia è la Germania che ha istituito il Comando per lo Spazio Cibernetico e delle Informazioni all’interno della Bundeswehr. Anche lì il tema della compatibilità costituzionale e del controllo parlamentare è ancora aperto. L’esperienza tedesca dimostra che un trasferimento diretto di poteri alla Difesa non basta a risolvere le criticità legali e democratiche del dominio cibernetico.

Verso un equilibrio tra sicurezza ed equità giuridica

Il rafforzamento della capacità di risposta è una priorità strategica ma non può tradursi in un indebolimento delle garanzie dello stato di diritto. L’attribuzione di poteri eccezionali a militari e civili specializzati deve essere accompagnata da una cornice normativa chiara che definisca presupposti limiti e modalità di intervento.

Occorre inoltre investire nelle competenze con un polo formativo cyber interforze che coinvolga università e industria e attragga talenti con strumenti di lungo periodo. La trasparenza deve restare un pilastro anche quando le operazioni richiedono riservatezza. La rendicontazione parlamentare non può essere un atto formale ma deve tradursi in un controllo sostanziale.

Il futuro della difesa cibernetica in Italia

Il disegno di legge Minardo rappresenta una tappa significativa nell’evoluzione della difesa nazionale. La sua attualità deriva dall’urgenza di affrontare minacce crescenti che non conoscono confini né dichiarazioni di guerra. Ma la vera sfida per l’Italia è costruire un’architettura di sicurezza cibernetica solida sul piano operativo coerente sul piano istituzionale e inattaccabile sul piano democratico.

Solo superando le frammentazioni, definendo regole certe e valorizzando le competenze, sarà possibile proteggere il Paese dalle guerre ibride senza sacrificare i diritti civili e i principi costituzionali che ne garantiscono la coesione.

Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

  • agenzia per la cybersicurezza nazionale
  • conflitto ibrido
  • cyberspazio
  • difesa cibernetica
  • digitalizzazione
  • forze armate
  • Intelligenza artificiale
  • minacce ibride
  • sicurezza nazionale
Immagine del sito
Paolo Galdieri

Avvocato penalista e cassazionista, noto anche come docente di Diritto Penale dell'Informatica, ha rivestito ruoli chiave nell'ambito accademico, tra cui il coordinamento didattico di un Master di II Livello presso La Sapienza di Roma e incarichi di insegnamento in varie università italiane. E' autore di oltre cento pubblicazioni sul diritto penale informatico e ha partecipato a importanti conferenze internazionali come rappresentante sul tema della cyber-criminalità. Inoltre, ha collaborato con enti e trasmissioni televisive, apportando il suo esperto contributo sulla criminalità informatica.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Immagine del sito
TikTok nel mirino per violazioni della protezione dei dati in Europa
Redazione RHC - 21/12/2025

La popolare app video TikTok si è trovata al centro di un nuovo scandalo per violazioni delle normative europee sulla protezione dei dati. È stato scoperto che il servizio traccia le attività degli utenti non…

Immagine del sito
L’account Telegram dell’ex premier israeliano Naftali Bennett è stato hackerato
Redazione RHC - 21/12/2025

L’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett ha ammesso che il suo account Telegram è stato hackerato, sebbene il suo dispositivo non sia stato compromesso. Ha fatto l’annuncio in seguito alle segnalazioni di un iPhone hackerato…

Immagine del sito
CVE-2025-20393: zero-day critico nei Cisco Secure Email Gateway
Redazione RHC - 21/12/2025

Una falla zero-day critica nei dispositivi Cisco Secure Email Gateway e Cisco Secure Email and Web Manager sta facendo tremare i ricercatori di sicurezza. Con oltre 120 dispositivi vulnerabili già identificati e sfruttati attivamente dagli…

Immagine del sito
Il cloud USA può diventare un’arma geopolitica? Airbus inizia a “cambiare rotta”
Redazione RHC - 21/12/2025

Negli ultimi mesi, una domanda sta emergendo con sempre maggiore insistenza nei board aziendali europei: il cloud statunitense è davvero sicuro per tutte le aziende? Soprattutto per quelle realtà che operano in settori strategici o…

Immagine del sito
2025, l’anno nero delle criptovalute: la Corea del Nord ruba 2 miliardi di dollari
Redazione RHC - 21/12/2025

Nel 2025, gli hacker nordcoreani hanno rubato la cifra record di 2 miliardi di dollari in criptovalute, il 51% in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il numero di attacchi è diminuito, mentre i danni sono…