
Negli ultimi mesi il chatbot ChatGPT ha fatto capolino nelle pagine di cronaca, e questo ha costretto molte aziende a mettersi al passo con OpenAI. Tra questi ci sono Microsoft, Google e un certo numero di società cinesi. Tuttavia, secondo quanto riferito, la situazione potrebbe essere diversa rispetto a quanto percepito.
Già nel 2018, sembrerebbe che Google avesse un’intelligenza artificiale per l’elaborazione del linguaggio naturale molto simile a ChatGPT.
Tuttavia, i dirigenti dell’azienda hanno chiuso il progetto, ritenendolo troppo pericoloso. Uno degli sviluppatori era l’ingegnere ricercatore Daniel De Freitas che collaborò con Noam Shazeer, un ingegnere del software di Google.
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Il progetto si chiamava Meena ed era un chatbot che poteva parlare di diversi argomenti. Con lui potevi discutere di programmi televisivi, discutere di filosofia e scherzare.
Allo stesso tempo, gli sviluppatori credevano che questa tecnologia potesse essere aggiunta al motore di ricerca, tuttavia, alla fine, Google ha interrotto lo sviluppo. La società ha affermato che il bot non soddisfaceva i suoi standard di sicurezza all’interno delle AI.
Meena era addestrato su 40 miliardi di parole e utilizza un modello seq2seq e una variazione della popolare architettura Transformer. Google ha rilasciato Transformer per la prima volta nel 2017, ma da allora il linguaggio è cresciuto fino a posizionarsi tra i modelli linguistici più performanti in circolazione.
Si noti che in seguito, sulla base di questi sviluppi, è stato creato il chat bot LaMDA, che si trova alla base di Bard, l’AI di Google.
Pertanto, lo sviluppo ha comunque raggiunto l’utenza di massa, anche se con grande ritardo rispetto al 2018,
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