
Per diversi anni, i criminali informatici hanno utilizzato i siti Web di agenzie governative e delle università negli Stati Uniti, nonché alcune aziende e istituzioni educative europee, per distribuire i loro annunci di servizi di hacking e collegamenti di phishing.
Questa volta gli hacker criminali hanno caricato file PDF con testi pubblicitari e collegamenti a siti Web, sfruttando le vulnerabilità nei sistemi di gestione dei contenuti (CMS) o moduli legittimi per l’invio di documenti.
Tra le vittime della campagna vi sono i siti web di agenzie governative di alcuni stati americani, tra cui California e Washington, oltre ai siti ufficiali della città di Jones Creek (Georgia) e della Federal Administration for Community Living (Amministrazione federale per la vita comunitaria ).
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L’incidente ha colpito anche gli istituti scolastici. File PDF che pubblicizzano servizi di hacker sono stati trovati sui siti Web di molte università statunitensi.
Gli aggressori hanno anche inserito i loro annunci sul sito Web dell’Università di Buckingham nel Regno Unito, il che indica che gli hacker hanno operato almeno in Nord America e in Europa. Inoltre, i criminali informatici si sono infiltrati nel sito Web della filiale spagnola della Croce Rossa e nel sito Web di una compagnia di viaggi sconosciuta in Irlanda.
L’obiettivo principale degli hacker erano gli Stati Uniti, anche se non è ancora chiaro il motivo della scelta. Secondo TechCrunch , gli hacker hanno pubblicato annunci sul sito Web della società americana di difesa e produttore aerospaziale Rockwell Collins, una filiale del gigante militare-industriale Raytheon.
I file PDF che gli hacker hanno caricato sui siti web di varie organizzazioni non rappresentano di per sé una minaccia. I documenti contengono collegamenti a vari siti in cui gli utenti sono incoraggiati a utilizzare strumenti di hacking per hackerare servizi Web popolari, tra cui ShapChat, Facebook e Instagram.
Il codice sorgente dei siti fraudolenti ha mostrato che i servizi di hacking pubblicizzati erano falsi, nonostante il fatto che almeno uno dei siti aveva mostrato immagini del profilo ei nomi delle presunte vittime.
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