Redazione RHC : 5 Luglio 2023 08:13
Al termine di una complessa e prolungata indagine, personale della Polizia Postale, del Servizio centrale di Roma e del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Palermo ha tratto in arresto in flagranza di reato, in provincia di Agrigento, un uomo di circa 38 anni, il quale deteneva un’enorme quantità di file riproducenti scene raccapriccianti di violenze sessuali in pregiudizio di bambini, alcuni dei quali in tenera età.
Il soggetto, già in passato condannato e detenuto per abusi su minori, era stato segnalato nell’ambito della cooperazione internazionale di Polizia, e gli approfondimenti investigativi si sono inseriti nella costante attività di contrasto alla produzione, diffusione e condivisione di materiale pedopornografico attraverso la rete internet, svolta dalla Specialità in collaborazione con le polizie e le agenzie straniere impegnate nella lotta al cybercrime, oltre che con Europol ed Interpol.
Le indagini, condotte dal Centro Nazionale per il Contrasto della pedopornografia on-line (C.N.C.P.O.) del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Palermo, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo che ha disposto la perquisizione domiciliare del soggetto.
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Nel corso della perquisizione informatica, eseguita sui dispositivi rinvenuti nella disponibilità dell’indagato, nonché nei cloud utilizzati per la conservazione dei contenuti illeciti, è stato rinvenuto un ingente quantitativo di materiale prodotto usando violenza su bambini in tenera età, stimabile in più di 10 mila file, tra video ed immagini.
Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e il soggetto indagato deve pertanto ritenersi non colpevole sino alla condanna definitiva.
D’intesa con l’Autorità giudiziaria di Palermo, le indagini proseguiranno anche con le attività specialistiche di analisi delle immagini, nel tentativo di identificare le piccole vittime, avvalendosi dell’accesso diretto ad I.C.S.E. (“International Child Sexual Exploitation”), database delle immagini pedopornografiche presso l’Interpol di Lione, in cui sono archiviati i file utili all’identificazione di minori e abusanti, condivisi dalla comunità internazionale di Polizia.
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