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Italia e Sicurezza Fisica a Rischio! 16.678 Dispositivi di Controllo Accessi Esposti Online

Italia e Sicurezza Fisica a Rischio! 16.678 Dispositivi di Controllo Accessi Esposti Online

Autore: Luca Galuppi
28 Febbraio 2025 08:19

Se pensavate che la cybersecurity riguardasse solo i dati digitali, ecco una realtà ben più inquietante: 49.000 sistemi di controllo accessi (AMS) sono stati trovati esposti online, senza protezioni adeguate, mettendo a rischio la sicurezza fisica di edifici governativi, infrastrutture critiche e aziende in tutto il mondo.

Un’esposizione pericolosa

Esempi di sistemi di controllo accessi. Immagine dal sito Modat

Secondo i ricercatori di Modat, questi AMS gestiscono l’accesso a strutture sensibili attraverso badge, sistemi biometrici e riconoscimento targhe. Tuttavia, le configurazioni errate di migliaia di dispositivi hanno lasciato le porte digitali spalancate, consentendo a chiunque di visualizzare e persino manipolare dati sensibili come:

  • Nomi, email e numeri di telefono degli impiegati
  • Dati biometrici come impronte digitali e riconoscimento facciale
  • Fotografie personali
  • Orari di lavoro e registri di accesso ai locali

E non è tutto: in alcuni casi, i ricercatori sono riusciti a modificare i record degli impiegati, creare utenti fittizi e alterare le credenziali di accesso, rendendo possibili scenari da film di spionaggio, in cui un attaccante potrebbe impedire l’ingresso a personale autorizzato o, peggio, concederlo a intrusi.

Italia in prima fila nell’esposizione

Posizione dei dispositivi AMS esposti. Immagine dal sito Modat

A livello globale, i numeri sono allarmanti, ma c’è un dato che fa riflettere ancora di più: il paese con il maggior numero di AMS esposti è l’Italia, con ben 16.678 dispositivi vulnerabili. Seguono il Messico (5.940) e il Vietnam (5.035), mentre negli Stati Uniti il numero si attesta a 1.966.

Danni oltre la sicurezza fisica

Oltre al rischio di intrusioni fisiche, l’accesso a questi dati apre la porta a minacce informatiche di alto livello, come attacchi di spear-phishing e social engineering. Conoscere il nome di un dipendente, la sua email e il suo orario di lavoro consente ai cybercriminali di orchestrare attacchi mirati con un’efficacia devastante.

Come proteggersi?

Alcuni vendor hanno dichiarato di essere al lavoro con i clienti per mitigare il problema, ma la lentezza nelle risposte è preoccupante, considerando la gravità della falla.

Le misure per arginare il problema esistono e dovrebbero essere adottate immediatamente:

  • Spegnere l’accesso remoto: se il sistema non deve essere accessibile online, meglio rimuoverlo dalla rete pubblica.
  • Firewall e VPN: gli AMS devono essere dietro un firewall e accessibili solo tramite VPN sicure.
  • Cambio delle credenziali di default: sembra banale, ma molti sistemi sono ancora vulnerabili a brute-force perché usano username e password di fabbrica.
  • MFA e aggiornamenti: implementare l’autenticazione multi-fattore e installare gli aggiornamenti di sicurezza più recenti.
  • Crittografia e gestione dei dati: i dati biometrici e le informazioni personali devono essere sempre criptati, e i profili di ex-dipendenti devono essere cancellati per evitare usi fraudolenti.

Conclusione

Questa scoperta dei ricercatori di Modat evidenzia come la sicurezza fisica e informatica siano ormai inscindibili. Una vulnerabilità nel mondo digitale può avere conseguenze devastanti nel mondo reale. Se le aziende e le istituzioni non prenderanno provvedimenti immediati, le conseguenze potrebbero essere disastrose. La domanda è: quanti altri sistemi critici sono esposti senza che nessuno se ne accorga?

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Luca Galuppi

Appassionato di tecnologia da sempre. Lavoro nel campo dell’informatica da oltre 15 anni. Ho particolare esperienza in ambito Firewall e Networking e mi occupo quotidianamente di Network Design e Architetture IT. Attualmente ricopro il ruolo di Senior IT Engineer e PM per un’azienda di Consulenza e Servizi IT.

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