Redazione RHC : 30 Novembre 2021 12:43
Poiché Apple e WhatsApp hanno da sempre predicando l’importanza della privacy, quando si tratta di messaggistica sicura, ecco che un documento dell’FBI precedentemente non conosciuto ottenuto da Rolling Stone, afferma il contrario.
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«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi».
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Di fatto è particolarmente facile raccogliere dati da WhatsApp di Facebook e dai servizi iMessage di Apple, purché l’ FBI abbia un mandato o un mandato di comparizione.
A giudicare da questo documento,
“le app di messaggistica crittografata più popolari iMessage e WhatsApp sono anche le più permissive”
secondo Mallory Knodel, chief technology officer presso il Center for Democracy and Technology.
Il documento fornisce indicazioni su come estrarre legalmente messaggi e metadati dai messenger più conosciuti quali WhatsApp, Facebook, Telegram, Viber, Signal, Threema, WeChat, Line e Wickr.
Secondo il documento, iMessage e WhatsApp consentono all’FBI di accedere a più categorie di dati rispetto ad altre piattaforme, inclusi il contenuto e la cronologia dei messaggi ricevuti e inviati.
Mark Zuckerberg di Facebook ha articolato una “visione incentrata sulla privacy” costruita attorno a WhatsApp, il servizio di messaggistica più popolare al mondo.
Il CEO di Apple Tim Cook afferma che la privacy è un “diritto umano fondamentale” e che Apple crede nel “dare all’utente trasparenza e controllo”, una filosofia che si estende alla popolarissima app iMessage dell’azienda.
WhatsApp, ad esempio, è l’unica delle nove applicazioni menzionate nei documenti ad utilizzare il cosiddetto “pen register”, un archivio speciale che registra l’origine e la destinazione di ogni messaggio.
In risposta a una richiesta di “pen register”, WhatsApp genera determinati metadati ogni 15 minuti. In altre parole, anche senza richiedere il contenuto di un messaggio a WhatsApp, è possibile conoscere chi invia i messaggi e quando, oltre a quali utenti sono nella loro rubrica.
Secondo il documento, solo iMessage, WhatsApp e Line archiviano il contenuto dei messaggi e li forniscono alle autorità.
Le altre 6 App citate nel documento non rivelano il contenuto dei messaggi e come sempre, le più sicure sono Signal e Telegram.
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