Redazione RHC : 8 Febbraio 2024 19:59
La Commissione speciale delle Nazioni Unite per il monitoraggio del rispetto delle sanzioni è preoccupata per i numerosi attacchi informatici provenienti dalla Corea del Nord. Secondo un rapporto inedito, gli hacker che lavorano per Pyongyang sono già riusciti a rubare circa 3 miliardi di dollari, probabilmente per finanziare il suo programma nucleare.
Il rapporto sottolinea che la Corea del Nord continua a ignorare i divieti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, aumentando costantemente il proprio potenziale nucleare. Anche se l’ultimo test nucleare conosciuto risale al 2017, la Corea del Nord non ha smesso di sviluppare armi di distruzione di massa.
Pyongyang ha anche continuato a testare missili balistici, ha lanciato un satellite in orbita e ha aggiunto un sottomarino nucleare tattico al suo arsenale. Secondo le Nazioni Unite, dal 2017 al 2023, si sono verificati almeno 58 attacchi informatici contro società di criptovaluta: ciascuno di questi incidenti è oggetto di indagini approfondite.
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Il testo completo del rapporto della commissione sarà pubblicato entro la fine di febbraio o l’inizio di marzo, hanno riferito fonti diplomatiche. Il documento afferma che gli hacker nordcoreani, subordinati alla Direzione principale dell’intelligence (GRU) di Pyongyang, continuano le loro attività anche oggi.
Le tendenze includono l’attacco da parte della Corea del Nord alle aziende della difesa e alle catene di fornitura. Nonché una cooperazione sempre più stretta e la condivisione delle infrastrutture tra gruppi di hacker.
A sua volta Pyongyang nega categoricamente le accuse di violazione del regime delle sanzioni. Tuttavia, secondo l’ONU, il Paese non solo ha intensificato le attività informatiche, ma sta anche sviluppando il commercio internazionale, nonostante le attuali restrizioni.
Nel 2023, i volumi degli scambi hanno superato quelli del 2022. Allo stesso tempo, nei negozi nordcoreani sono apparsi nuovamente molti beni importati. Compresi beni di lusso, la cui vendita è vietata anche dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. I cittadini della RPDC continuano a lavorare all’estero nel settore informatico, nella ristorazione e nell’edilizia, ricevendo entrate illegali.
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