The "Mother of all demos". La visione del futuro di Duglas Engelbart.
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The “Mother of all demos”. La visione del futuro di Duglas Engelbart.

The “Mother of all demos”. La visione del futuro di Duglas Engelbart.

Redazione RHC : 25 Novembre 2021 20:46

The “mother of all demos”, è un nome dato a posteriori dal giornalista Steven Levy nel libro Insanely Great del 1994 ad una rivoluzionaria demo svolta in un piovoso lunedì 9 dicembre del 1968, al Brooks Hall Auditorium di San Francisco, ghermito di gente e pronto a vedere in diretta, “lo sbarco sulla luna” (cosa che avvenne in effetti l’anno successivo), ovvero il futuro dell’informatica moderna.

Pensate che prima della presentazione, molti della comunità informatica bisbigliavano in sala dicendo che Engelbart fosse un pazzo, ma quando la demo terminò alcuni dissero che era riuscito a “imbrigliare i fulmini con entrambe le mani”, anche se nell’immediato, gli impatti non furono così sbalorditivi in quanto tutto quello presentato da Engelbart fu ritenuto troppo futuristico per quell’epoca, ma altamente interessante.

90 minuti di pura tecnologia

La dimostrazione non durò molto, solo 91 minuti, ma in quell’ora e mezza venne presentato il sistema NLS, acronimo di “oN-Line System”, un rivoluzionario sistema di collaborazione informatica sviluppato negli anni ’60, progettato da Douglas Engelbart e sviluppato nei ricercatori dell’Augmentation Research Center dello Stanford Research Institute, finanziato dall’ARPA, il predecessore della Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti D’America.


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Engelbart era vestito con una semplice camicia bianca e indossava una cuffia con microfono incorporato (per intenderci quelle che oggi vengono usate nei call center) e le sue parole rimbombavano nella grande sala, mentre mostrava i prodigi della tecnica dalla sua postazione studiata dalla Herman Miller Company alla folla stupita.

La predisposizione del sistema

Per questa presentazione venne affittato il proiettore Eidophor preso in prestito dalla NASA, che era ospitato in un armadio alto quasi due metri ed aveva una risoluzione di 875 linee oltre che un collegamento diretto al laboratorio di Menlo Park con due modem ad alta velocità con 1200 (boud) baud, stiamo parlando del 1968 ragazzi.

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Proiettore Eidophor della NASA

La tastiera e il mouse di Engelbart erano connessi al laboratorio di Menlo Park dove era presente un SDS-940, il primo computer progettato per il time sharing che ospitava il sistema NLS, che elaborava i comandi inviati da engelbart e li restituiva al Brooks Hall Auditorium di San Francisco.

Il sistema NLS era stato progettato pensando fuori dagli schemi, pensando al futuro, nel quale erano contenuti tutti gli elementi del personal computing moderno e quindi un sistema operativo a finestre, link ipertestuali, il concetto di videoconferenza, l’elaborazione del testo attraverso software specifici muniti di revisione del testo stesso, il mouse e molto altro ancora.

Un accenno alla prossima rete Arpanet

Engelbart accennò anche alla possibilità che entro breve tempo, tutto quello che aveva presentato sarebbe stato possibile anche da remoto, utilizzando, pensate, la rete sperimentale ARPAnet.

Terminata la presentazione, Engelbart non aveva la percezione di quello che stava accadendo nel pubblico in quanto era stato costantemente abbagliato dai riflettori, ma alla fine della presentazione ebbe un sospiro di sollievo in quanto il tutto si concluse con una standing ovation con un applauso che sembrava interminabile.

Il San Francisco Chronicle titolò “Il fantastico mondo dei computer che verranno”, ma questa dimostrazione, fu così influente che diede vita a progetti paralleli come la Xerox PARC nei primi anni ’70, ma soprattutto successivamente, molte delle sue idee influenzarono decisivamente i sistemi operativi come il mouse e l’interfaccia utente dell’Apple Macintosh e di Microsoft Windows tra gli anni ’80 e ’90.

In occasione del trentesimo anniversario della demo, nel 1998, la Stanford University celebrò le idee visionarie di Engelbart sui computer e sul World Wide Web.

L’eredità di “the mother of all demos”

The mother of all demos portò all’attenzione del mondo che i computer, così come erano stati pensati fino a quel momento, dovevano evolvere e superare loro stessi e avviare un salto quantico – da meri elaboratori numerici – a sistemi interattivi di comunicazione e di manipolazione delle informazioni.

Tutto questo ad oggi potrebbe sembrare nulla di sensazionale, ma ricordiamoci che stiamo parlando di oltre 50 anni fa quando nessuno ancora aveva un computer dentro le casa e tutto questo, per chi partecipò a quell’evento risultò una esperienza mistica e visionaria, oltre che allo stesso tempo fantascientifica.

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