Redazione RHC : 12 Luglio 2021 08:00
La storia della start-up preferita da tutti gli amanti della tecnologia, è una favola di un garage, tre amici e inizi molto umili. Ma forse stiamo superando noi stessi…
Steve Jobs e Steve Wozniak, potrebbero essere stati i fondatori più visibili di Apple, ma se non fosse stato per il loro amico Ronald Wayne oggi non ci sarebbero iPhone, iPad o iMac.
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Jobs lo convinse a prendere il 10% delle azioni della società e agire da arbitro nel caso lui e Woz non fossero d’accordo. Ma Wayne si tirò indietro 12 giorni dopo, vendendo per soli 500 dollari una partecipazione che sarebbe valsa 72 miliardi di dollari 40 anni dopo e lo avrebbe fatto diventare l’uomo più ricco del mondo.
Jobs e Woz vennero fatti conoscere nel 1971 da un amico comune, Bill Fernandez, che divenne uno dei primi dipendenti di Apple. I due Steve andavano d’accordo grazie al loro comune amore per la tecnologia e per gli scherzi.
I due, hanno usando il loro know-how per costruire le famose “scatole blu” che hanno permesso di effettuare telefonate a lunga distanza in modo gratuito.
Successivamente, Jobs e Wozniak si trovarono a lavorare assieme al gioco arcade Atari Breakout mentre Jobs lavorava in Atari e Wozniak in HP. Jobs aveva convinto Woz ad aiutarlo a ridurre il numero di chip logici presenti all’interno del gioco e dopo che questo venne fatto, Jobs riuscì ad ottenere un bonus per il lavoro, del quale diede una parte al suo amico Woz.
Ma il Woz che conosciamo ora ha una personalità completamente diversa dall’epoca – ha finanziato concerti rock e si è esibito in Dancing with the Stars – ma, come ha detto al Sydney Morning Herald, “ero timido e sentivo di sapere poco dei recenti sviluppi sui computer”.
Quando Jobs vide il computer che Woz aveva realizzato a mano, ne riconobbe la genialità. Poco dopo Wozniak vendette la sua calcolatrice HP (che costava un po’ di più delle calcolatrici di oggi!) e insieme fondarono la Apple Computer Inc il 1 aprile 1976, insieme a Ronald Wayne.
Il nome Apple avrebbe causato problemi ad Apple negli anni successivi poiché era scomodamente simile a quello dell’editore dei Beatles, Apple Corps, ma la sua genesi era abbastanza innocente.
Parlando alla rivista Byte nel dicembre 1984, Woz attribuì a Jobs l’idea. “Jobs lavorava di tanto in tanto nei frutteti in Oregon. Pensavo che era solo per la sua natura vegetariana. In ogni caso, entrambi cercammo di trovare nomi migliori, ma nessuno di noi riuscì a pensare a qualcosa di meglio dopo che il nome Apple fu menzionato”.
Secondo la biografia di Steve Jobs, il nome è stato concepito da Jobs dopo essere tornato dalla fattoria delle mele. A quanto pare pensava che il nome suonasse “divertente, vivace e non intimidatorio”.
Il nome probabilmente ha anche beneficiato della A come inizio, il che significava che sarebbe stato più vicino alla parte anteriore di qualsiasi elenco.
In seguito l’azienda decise di dare un morso alla mela per il logo Apple, un design molto più semplice. Alcuni hanno suggerito che tale logo con la parte rimossa era un cenno allo scienziato informatico, Alan Turing, che si è suicidato mangiando una mela infusa di cianuro.
Tuttavia, secondo Rob Janoff, il designer che ha creato il logo, la connessione con Turing è semplicemente: “una meravigliosa leggenda metropolitana”.
Allo stesso modo il morso dalla Mela potrebbe rappresentare la storia di Adamo ed Eva dell’Antico Testamento. L’idea successiva fu che la Mela rappresentasse “la conoscenza”.
I due Steve frequentarono l’Homebrew Computer Club; un gruppo di hacker appassionati di computer che si è riunito a Menlo Park in California dal 1975.
Woz aveva visto in quel club il suo primo Altair MITS – che oggi sembra poco più di una scatola con luci e circuiti stampati – ed è stato ispirato dall’approccio “costruiscilo da te”. Infatti, il MITS era un computer che veniva distribuito con un kit di montaggio per gli hobbisti.
Poco dopo Woz produsse il primo computer con una tastiera simile a una macchina da scrivere e la possibilità di connettersi ad una normale TV come schermo. Più tardi battezzato questo computer con il nome di Apple I, che era l’archetipo di ogni computer moderno.
Ma Wozniak non stava cercando di cambiare il mondo con ciò che aveva prodotto, lui voleva solo mostrare quanto era riuscito a fare con così poche risorse .
Parlando con NPR (National Public Radio) nel 2006, Woz spiegò: “Quando ho costruito l’Apple, non era proprio per mostrare al mondo che questa era la direzione nella quale andare. Era solo per mostrarlo alle persone intorno a me, per vantarmi di essere intelligente, per ottenere il riconoscimento per aver progettato un computer poco costoso”.
In termini di specifiche, l’Apple-1 era incredibilmente primitivo. Veniva fornito con un microprocessore MOS 6502 a 8 bit in esecuzione con una frequenza di un solo MHz.
Vantava 4KB di memoria come standard, sebbene fosse espandibile fino a 8KB o 48KB tramite schede di espansione. Gli utenti dovevano aggiungere la propria tastiera e il proprio monitor, sebbene quest’ultimo potesse essere un normale televisore.
Questo ha reso l’Apple-1 innovativo per i suoi tempi rendendolo anche il primo set-top box dell’azienda.
Woz costruiva ogni computer a mano, e sebbene avesse voluto venderli per poco più del costo delle loro parti – a un prezzo che avrebbe recuperato la spesa solo spedendo 50 unità – Jobs aveva idee più grandi.
Infatti gli disse che piuttosto di far costruire il computer in giro, avrebbe fatto meglio a costruire e vendere l’Apple-1 piuttosto che regalare la sua progettazione. Jobs a questo punto convinse Woz e subito dopo Jobs si avvicinò a Paul Terrell, proprietario del vicino Byte Shop , uno dei primi negozi di personal computer.
Alla fine firmò un accordo con il Byte Shop di Mountain View per fornirgli 50 computer a 500 dollari ciascuno. Però l’accordo con Byte Shop era in pericolo. Questo perché la Apple non aveva una catena di produzione e non poteva produrre grandi quantitativi di computer, oltre a non aveva le risorse per evadere grossi volumi.
Jobs a questo punto, di fronte a 50 pezzi da consegnare in così poco tempo, andò alla Cramer Electronics e, come spiega Walter Isaacson in Steve Jobs: The Exclusive Biography, doveva convincere quell’azienda a costruire i computer per la Apple.
I due arrivati alla Cramer Electronics chiesero di parlare con un responsabile, il quale voleva sapere se quanto stavano asserendo fosse vero, pertanto venne chiamato Paul Terrell.
“Terrell era a una conferenza quando ha sentito da un altoparlante che aveva una chiamata di emergenza (Jobs era stato insistente). Gli dissero che due ragazzi trasandati erano appena entrati agitando un ordine dal Byte Shop. Sarà vero? Terrell confermò che lo era, e il negozio accettò di offrire a Jobs le parti con un credito di trenta giorni.”
Jobs ascoltò e concordò quando Terrel disse che il prezzo di lancio dell’Apple-1 era di 666,66 dollari (l’equivalente di 2.800 dollari di oggi), sebbene sapesse che a loro sarebbero andati 500 dollari per ogni computer realizzato.
Alla fine, l’Apple-1 non è vissuto molto a lungo. Apple ne costruì circa 200 unità.
Il numero di unità sopravvissute è significativamente inferiore oggi, a causa sia dell’età dei computer che del fatto che Apple ha offerto un accordo di permuta quando ha lanciato l’ Apple II significativamente aggiornato l’anno successivo.
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