
Come riportato ieri su queste pagine, il conglomerato giapponese Fujifilm, è stato vittima di un attacco informatico di profilo.
Secondo il CEO di Advanced Intel Vitali Kremez, intervistato da Bleeping Computer, Fujifilm sarebbe stata infettata dal malware Qbot dal 15 maggio 2021, che di solito si diffonde attraverso mail di phishing.
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Tale malware è in uso da 13 anni e risulta specializzato nel furto di informazioni e colpisce particolarmente banche e aziende nel comparto della finanza.
“Dall’avvento del ransomware, gli hacker dietro Qbot stanno attualmente lavorando con il gruppo di ransomware REvil”
ha affermato Vitali Kremez. Infatti negli ultimi attacchi ransomware, prima gli hacker affiliati irrompono il sistema e rimangono al suo interno per diverso tempo esfiltrando i dati, e solo dopo aver prelevato informazioni sensibili dall’interno dell’azienda, avviano il ransomware, in questo caso il famigerato REvil.
Conosciuta anche come Sodinokibi, questa cyber-gang si è fatta un nome attaccando Acer lo scorso marzo con una richiesta di riscatto di 50 milioni di dollari, il colosso agroalimentare JBS oltre che il celebre attacco alla Colonial Pipeline di qualche settimana fa.
“L’analisi forense suggerisce che l’attacco ransomware su Fujifilm è iniziato con un’infezione da Qbot Trojan il mese scorso, che ha permesso agli hacker di prendere piede nei sistemi aziendali con cui è stato introdotto successivamente il payload secondario del ransomware”
ha affermato Ray Walsh, esperto di privacy digitale presso ProPrivacy .
“Più di recente, il Trojan Qbot è stato attivamente sfruttato dalla cybergang REvil e sembra altamente plausibile che dietro questo attacco informatico ci siano gl i hacker russi”.
Fujifilm Business Innovation, ex Fuji Xerox, che opera nei settori di stampanti e documenti, cloud, intelligenza artificiale e IoT, non è stata completamente colpita da questo attacco informatico.
Almeno una filiale locale di Fujifilm ha dovuto chiudere temporaneamente le sue attività in America. Il 3 giugno è iniziata la riattivazione dei sistemi informativi e da oggi le attività del gruppo dovrebbero essere pienamente operative.
Il sito web britannico del Giappone ha indicato che per alcuni dei suoi uffici, gli impatti hanno interessato tutti i mezzi di comunicazione (e-mail, telefonate, chat online, ecc.) dipendenti dalla sua rete.
Se vuoi comprendere meglio chi è REvil e la Ransomware as a service, leggi questi articoli:
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