
Ne abbiamo parlato molto noi di Red Hot Cyber sul fatto che gli Ospedali devono essere protetti dalle minacce informatiche e che rivestono a pieno titolo il ruolo di infrastruttura critica nazionale. Ne abbiamo parlato con articoli come “Ospedali: le “galline dalle uova doro” per il Ransomware” del lontano 2021 e “I decessi avvenuti per il ransomware. I casi noti, le tendenze e il punto sull’Italia”
Come previsto, negli ultimi anni, i criminali informatici hanno preso di mira sempre più le organizzazioni sanitarie con attacchi ransomware. Questi attacchi bloccano l’accesso ai sistemi elettronici e richiedono un riscatto per ripristinare l’accesso. Un nuovo studio condotto da scienziati dell’Università del Minnesota ha rilevato l’impatto significativo di tali attacchi sulle operazioni ospedaliere e sulla salute dei pazienti.
Lo studio ha creato un database di attacchi ransomware agli ospedali e lo ha confrontato con i dati del programma Medicare. I risultati hanno mostrato che durante un attacco, il carico di lavoro ospedaliero si riduce del 17-25%, e le entrate di Medicare si riducono in modo ancora più significativo. I reparti di emergenza e i servizi ospedalieri stanno registrando cali particolarmente marcati, con conseguenti cali delle entrate dal 19% al 41%.
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L’analisi ha rilevato che gli attacchi ransomware aumentano la mortalità intraospedaliera. Per i pazienti che si trovavano in ospedale al momento dell’attacco, la probabilità di mortalità aumenta di 0,77 punti percentuali, che corrisponde a un aumento del 20,7% rispetto ai tassi normali.
I ricercatori hanno anche scoperto che gli attentati più gravi, quelli che bloccano le ambulanze e portano l’ospedale alla cancellazione delle procedure programmate, portano ad un aumento ancora maggiore della mortalità – fino a 1,87 punti percentuali.
Tali attacchi hanno un impatto particolarmente forte sui pazienti neri, la cui probabilità di morte aumenta di 2,27 punti percentuali. Questo perché le popolazioni vulnerabili spesso ricevono un’assistenza sanitaria di qualità inferiore, che viene esacerbata durante le crisi.
Poiché gli ospedali diventano sempre più dipendenti da sistemi digitali come le cartelle cliniche elettroniche e la telemedicina, è aumentata anche la loro vulnerabilità agli attacchi informatici. Una situazione simile è stata osservata durante la pandemia di COVID-19, che ha contribuito ad aumentare il numero di tali attacchi. Gli ospedali erano sovraccarichi e utilizzavano attivamente nuove tecnologie, spesso poco sicure.
I criminali informatici utilizzano diversi metodi per penetrare nei sistemi ospedalieri, inclusi attacchi di phishing e sfruttamento di bug software privi di patch. Ciò rende gli ospedali particolarmente vulnerabili, poiché spesso utilizzano attrezzature obsolete e hanno un basso livello generale di sicurezza.
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che gli attacchi agli ospedali hanno un impatto sulle strutture mediche vicine, che sono costrette ad accogliere pazienti delle organizzazioni colpite. Tuttavia, nonostante l’aumento del carico di lavoro, questi ospedali non hanno registrato un aumento della mortalità. Ciò suggerisce che gli ospedali sono in grado di adattarsi al sovraccarico temporaneo, ma non riduce la gravità del problema per le strutture attaccate.
Pertanto, gli attacchi ransomware hanno un impatto significativo sulle operazioni ospedaliere e sulla salute dei pazienti. I ricercatori sottolineano la necessità di sviluppare solide misure di sicurezza per migliorare la protezione delle strutture sanitarie e ridurre al minimo l’impatto di tali attacchi. È importante non solo prevenire gli attacchi, ma anche disporre di piani per ripristinare rapidamente le operazioni nel caso in cui si verifichino.
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