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Cryptojacking: Come Kubernetes è diventato un terreno di gioco per i criminali informatici

Cryptojacking: Come Kubernetes è diventato un terreno di gioco per i criminali informatici

Redazione RHC : 21 Giugno 2023 09:44

Kubernetes (K8s) ha rivoluzionato la gestione dei container e l’orchestrazione delle applicazioni, offrendo una flessibilità e una scalabilità senza precedenti.

Come ci indica il CNCF Survey 2022 ormai i “Containers sono la nuova Normalità” e nell’ultimo anno, soprattutto nel mondo cloud, il loro consumo ha avuto una crescita esponenziale.

A tal proposito il “Kubernetes in the wild report 2023” segnala: Kubernetes sta emergendo come “sistema operativo” del cloud, con una crescita del 137% YoY soprattutto su ambienti PaaS forniti dalle principali piattaforme di Public Cloud. In linea con quello che vediamo grazie all’acquisizione di Linode su Akamai Connected Cloud.


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La sicurezza rimane un punto di attenzione per chi fa uso di questa tecnologia assieme alla mancanza di formazione (CNCF Survey 2022) e troviamo le stesse indicazioni su “State of Kubernetes security report 2023” dove possiamo trovare due numeri interessanti:

  • Il 38% degli intervistati ritiene che la sicurezza non sia presa abbastanza sul serio o che gli investimenti in questo campo siano inadeguati.
  • Il 90% degli intervistati ha subito almeno un incidente di sicurezza negli ultimi 12 mesi.

L’adozione di Kubernetes, se non gestita correttamente, può esporre le organizzazioni a rischi significativi a causa della complessità intrinseca della piattaforma e alla sua architettura di rete piatta, non sicura “by default”.

Esistono tutta una serie di documenti e Best Practices che forniscono linee guida approfondite e raccomandazioni per proteggere gli ambienti container da minacce e vulnerabilità, consentendo alle organizzazioni di adottare un approccio robusto e ben definito alla sicurezza dei container come il NIST 800-190 a cui negli ultimi anni si sono affiancati il Mitre Att&ck allineato alle tecniche in ambienti containers e, più recentemente, l’OWASP Kubernetes Top Ten in cui vengono descritti i principali rischi nell’uso di K8s e come proteggersi.

I rischi riportati  sopra continuano ad essere quelli maggiormente sfruttati dagli attaccanti come porta d’accesso alle infrastrutture:

  • Immagini container compromesse;
  • Sfruttamento di vulnerabilità;
  • Configurazioni errate.

Gli attaccanti sfruttano queste debolezze per infiltrarsi e sfruttare k8s come base d’accesso all’intera infrastruttura o per attività di Mining di Cryptocurrency (cryptojacking), come successo qualche anno fa a TESLA, a causa di una Console Kubernetes non protetta da password su AWS o come vediamo con le attuali campagne di Dero e Monero, che vanno a sfruttare configurazioni errate di kubernetes.

Cos’è: Il Cryptojacking è una forma di attacco informatico in cui un aggressore sfrutta le risorse di calcolo di un dispositivo o di una rete, al fine di estrarre criptovalute come Bitcoin, Monero o altre, senza il consenso dell’utente.

Il Cryptojacking è diventato uno dei principali attacchi contro questi ambienti, essendo un attacco a basso rischio e ad alta remunerazione – minima spesa massima resa!

Perché kubernetes? I motivi per cui K8s è uno dei principali target di questo tipo di attacco è dovuto sicuramente alla crescente adozione ma, soprattutto, alla sua capacità intrinseca di scalare facilmente e incrementare velocemente risorse che possono essere sfruttate per monetizzare tramite Miners.

Attack chain

  • Accesso: gli attaccanti, sfruttano vulnerabilità nelle configurazioni o nelle immagini container per infiltrarsi nel cluster Kubernetes.
  • Distribuzione del Miner: Una volta ottenuto l’accesso viene distribuito il malware di mining attraverso un DaemonSet nominato proxy-api, sfruttando un’immagine pubblica (come nel caso della campagna Dero) oppure una strategia più intrusiva, utilizzando un Pod privilegiato e montando una directory “host”, al fine di tentare di eseguire una tecnica di ”escape” e ottenere accesso agli host (come nel caso della campagna Monero).
  • Raccolta Secrets, Discovery e Movimenti Laterali per ampliare il perimetro e massimizzare l’attacco.
  • Impatto: I Pod Deployati o gli host del cluster iniziano a minare Crypto Valuta, causando un forte uso delle risorse di calcolo, rallentando le prestazioni delle applicazioni containerizzate e aumentando i costi operativi.

Per proteggere i propri ambienti e mitigare attacchi come quelli di Cryptojacking, il punto di partenza è avere un Single Pane of Glass, un unico punto da cui implementare Policy ed avere completa visibilità su tutti gli ambienti, di qualsiasi tipo essi siano (Microservizi, VM, Legacy, Baremetal o Public Cloud).

Ciò consente di applicare politiche di sicurezza coerenti e di identificare rapidamente attività sospette garantendo consistenza nella postura di sicurezza.

Questo è l’approccio che abbiamo scelto con Akamai Guardicore Segmentation e se ne parlerà in un webinar il 29 Giugno svolto da Akamai.

La Segmentazione della rete gioca un ruolo fondamentale, l’implementazione di politiche di segmentazione all’interno dei cluster Kubernetes e l’isolamento dei Microservizi permettono di prevenire la diffusione del malware tra gli asset e di limitare le comunicazioni tra i pod ai soli flussi di traffico necessari per il corretto funzionamento delle applicazioni.

La Visibilità ed il rilevamento permettono di identificare le minacce e le attività sospette all’interno degli ambienti attraverso il monitoraggio di comportamenti anomali, ad esempio con il supporto di Threat Detectors e Reputation Analisys.

Chiaramente punti fondamentali restano:

  • Limitazione dei privilegi dei container;
  • Scansione delle immagini;
  • Aggiornamenti e patch;
  • Politiche di accesso e autorizzazione.

Su questi punti ci viene a supporto Hunt, il servizio di Threat Hunting di Akamai che è in grado di:

  • Individuare Rogue Images recuperando i dati relativi all’immagine in esecuzione sui container;
  • Rilevare anomalie di comunicazione (Communication Anomaly);
  • Verificare Socket Aperti, cercando tutti i processi in ascolto sulle porte all’interno di un pod e verificandone la legittimità;
  • Rilevare Mount sospetti di filesystem;
  • Individuare CVE note come Log4j ispezionando i processi e le immagini dei container;
  • Individuare connessioni verso Malicious Domains – attraverso intelligence feeds di Akamai.

L’implementazione di queste misure di mitigazione consente di ridurre significativamente il rischio di attacchi di Cryptojacking e mantenere una postura di sicurezza solida.

Quando si pensa alla sicurezza dei propri ambienti è assolutamente necessario avere una visione ampia di tutti i propri asset e non progettare per verticale, perché i Data Center sono ibridi e comprendono ambienti eterogenei caratterizzati da un mix di tecnologie e infrastrutture diverse. Un approccio a single pane of glass è necessario per proteggere e mantenere la coerenza della postura di sicurezza.

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