Alessia Tomaselli : 29 Luglio 2023 10:11
Google sta testando Genesis, un servizio che utilizza l’AI per produrre notizie, proponendolo a testate giornalistiche tra cui il New York Times e il Washington Post.
Lo strumento è in grado di raccogliere informazioni, ad esempio dettagli su eventi attuali, e di generare contenuti giornalistici.
Google ritiene che Genesis possa servire come un assistente personale per i giornalisti, automatizzando alcuni compiti in modo tale da avere più tempo per altri. Inoltre, l’azienda lo vede come una tecnologia responsabile che potrebbe aiutare a guidare l’industria editoriale lontano dalle insidie dell’A.I. generativa.
Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)
Il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi (o persone di qualsiasi età) alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Alcuni dirigenti che hanno assistito alla presentazione di Google hanno descritto Genesis come un qualcosa di preoccupante. Due di loro hanno invece detto che sembrava dare per scontato l’impegno nella produzione di storie di cronaca accurate e ben strutturate.
Jenn Crider, portavoce di Google, ha dichiarato: “In collaborazione con gli editori stiamo esplorando le prime idee per fornire strumenti abilitati all’AI e aiutare i giornalisti nel loro lavoro”.
“Semplicemente, questi strumenti non intendono e non possono sostituire il ruolo dei giornalisti nel raccontare, creare e verificare i fatti nei loro articoli”, ha aggiunto. Potrebbero invece fornire opzioni per i titoli e altri stili di scrittura”.
Un portavoce di News Corp ha dichiarato: “Abbiamo un ottimo rapporto con Google e apprezziamo l’impegno a lungo termine di Sundar Pichai nei confronti del giornalismo”.
Il Times e il Post hanno rifiutato di commentare.
Jeff Jarvis, professore di giornalismo e commentatore, ha detto che il nuovo strumento di Google, così com’è stato descritto, ha sia lati positivi che negativi.
“Se questa tecnologia è in grado di fornire informazioni affidabili, i giornalisti dovrebbero usarla”. E’ quanto ha dichiarato Jarvis, direttore del Tow-Knight Center for Entrepreneurial Journalism presso la Craig Newmark Graduate School of Journalism di New York.
“Se invece i giornalisti e le organizzazioni giornalistiche ne fanno un uso improprio su argomenti che richiedono sfumature e comprensione culturale”, ha proseguito, “allora si rischia di danneggiare la credibilità non solo dello strumento, ma anche delle organizzazioni giornalistiche che lo utilizzano”.
Le organizzazioni giornalistiche di tutto il mondo sono alle prese con l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale nelle loro redazioni. Molte hanno comunicato ai dipendenti la loro intenzione di esplorare i potenziali usi dell’AI per scoprire come applicarla al settore delle notizie.
Ma il nuovo strumento di Google, Genesis, susciterà sicuramente ansia anche tra i giornalisti che da decenni scrivono i propri articoli. Alcune organizzazioni giornalistiche, tra cui l’Associated Press, utilizzano da tempo l’intelligenza artificiale per generare storie su argomenti come i rapporti sugli utili aziendali, ma rimangono una piccola parte rispetto a quelli redatti dai giornalisti.
L’intelligenza artificiale potrebbe cambiare questa situazione, consentendo agli utenti di generare articoli su scala più ampia che, se non vengono modificati e controllati con attenzione, potrebbero diffondere disinformazione e influenzare il modo in cui vengono percepite le notizie scritte.
Se da un lato Google si è fatta avanti per sviluppare e impiegare l’AI generativa, dall’altro la tecnologia ha posto alcune sfide. Mentre Google ha tradizionalmente svolto il ruolo di curare le informazioni e di inviare gli utenti ai siti web degli editori per saperne di più, strumenti come il suo chatbot, Bard, presentano informazioni che a volte sono errate e non rimandano a fonti più autorevoli.
La tecnologia è stata introdotta quando i governi di tutto il mondo hanno chiesto a Google di dare alle testate giornalistiche più introiti. Dopo che il governo australiano ha costretto Google a negoziare con gli editori sui pagamenti nel 2021, l’azienda ha stretto altre partnership con organizzazioni giornalistiche in vari Paesi.
Gli editori hanno criticato Google e le grandi aziende AI per aver utilizzato i loro articoli per addestrare i sistemi di AI senza essere compensati. Organizzazioni giornalistiche come NBC News e The Times hanno preso posizione contro le AI che rubano loro dati senza autorizzazione.
Domani celebreremo uno degli elementi più iconici – e al tempo stesso vulnerabili – della nostra vita digitale: la password. Da semplice chiave d’accesso inventata negli anni...
Ci sono luoghi nel web dove la normalità cede il passo all’illecito, dove l’apparenza di un marketplace moderno e funzionale si trasforma in una vetrina globale per ogni tipo di rea...
Le backdoor come sappiamo sono ovunque e qualora presenti possono essere utilizzate sia da chi le ha richieste ma anche a vantaggio di chi le ha scoperte e questo potrebbe essere un caso emblematico s...
Il 25 febbraio 2025 WindTre ha rilevato un accesso non autorizzato ai sistemi informatici utilizzati dai propri rivenditori. L’intrusione, riconosciuta come un’azione malevola, è st...
Ancora non sono chiari i motivi che hanno causato un grave Blackout in Spagna e Portogallo nelle ultime ore. Vaste aree sono rimaste senza energia elettrica, scatenando un’ondata di speculazion...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006