Redazione RHC : 2 Giugno 2022 08:34
Come avevamo riportato quattro giorni fa, il collettivo hacker etici di Red Hot Cyber HackerHood, ha svolto delle sessioni formative a tutte le classi della prima superiore all’Istituto Tecnico G. Deledda Lecce.
L’affluenza era massima dove molte erano le “quote rosa” in prima fila, tutti interessati ad assistere alla presentazione di Massimo Chirivì, che raccontava loro che cos’è l’etica hacker, presentando dei piccoli hack in cerca dell'”effetto wowwwww”, con l’obiettivo di poterli appassionare a questa “intrigante” materia.
Come spesso abbiamo riportato, è a questa età, tra i 10 e i 16 anni che i ragazzi iniziano a plasmare le loro giovani menti verso qualcosa che poi diventerà più avanti il loro percorso di studio e successivamente il loro lavoro.
Scarica Gratuitamente Byte The Silence, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber
«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi».
Così si apre la prefazione del fumetto di Massimiliano Brolli, fondatore di Red Hot Cyber, un’opera che affronta con sensibilità e realismo uno dei temi più urgenti della nostra epoca.
Distribuito gratuitamente, questo fumetto nasce con l'obiettivo di sensibilizzare e informare. È uno strumento pensato per scuole, insegnanti, genitori e vittime, ma anche per chi, per qualsiasi ragione, si è ritrovato nel ruolo del bullo, affinché possa comprendere, riflettere e cambiare.
Con la speranza che venga letto, condiviso e discusso, Red Hot Cyber è orgogliosa di offrire un contributo concreto per costruire una cultura digitale più consapevole, empatica e sicura.
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Proprio in questo momento occorre stimolarli vero l’hacking etico, che non è altro che un percorso lungo che si avvia da bambini, quando si iniziano a smontare le cose per guardarle dentro e comprenderne il loro funzionamento.
Pertanto occorre stimolare quell’interesse alla tecnologia e all’apprendimento empirico che mancano oggi nei ragazzi, spesso ipnotizzati da youtube e dai videogame e dalle nuove tecnologie “plug and play”, senza comprendere come realmente funzionano.
HackerHood dice spesso questa frase:
“Se non riusciamo a stimolare le giovani menti a questo modo di pensare e a questa filosofia, non potranno mai sapere che esiste questo mondo e arrivati all’università, migliaia di “cervelli” si dirotteranno in altre discipline e saranno persi per sempre.“
Come dargli torto? Pertanto alla fine di questo fantastico evento, abbiamo fatto alcune domande a Massimo Chirivì, per comprendere se la missione “effetto wowwwwww” era stata compiuta che riportiamo di seguito.
RHC: Ciao Massimo, intanto grazie per quello che stai facendo e per quello che sta facendo HackerHood. Come prima domanda volevamo chiederti che atmosfera si respirava in auditorium e se i ragazzi erano attratti da quello che gli veniva spiegato. L’effetto wowwwww tanto ricercato, è arrivato nel cuore dei ragazzi?
Massimo Chirivì: L’atmosfera era piena di interesse e curiosità. Una sala colma di allievi entusiasti e di personale docente molto interessato all’argomento. Anche il dirigente scolastico nei saluti iniziali ha insistito sull’importanza della sicurezza informatica ed ha introdotto la differenza tra “l’hacker cattivo e l’hacker buono”. L’effetto “wowwwww” sicuramente è arrivato. I ragazzi purtroppo si distraggono facilmente, ma spero ad una buona parte di loro.
RHC: Che esempi pratici hai fatto vedere per ottenere l’effetto wowwwww?
Massimo Chirivì: Abbiamo affrontato tanti argomenti interessanti, abbiamo parlato di password complesse, Multi Factor Authentication, e brute force. Abbiamo iniziato immediatamente ad impostare la MFA sui loro smartphone al fine di proteggere meglio la loro identità digitale. Abbiamo dato uno sguardo a intelx.io ed haveibeenpwned affrontando l’importanza della diversità delle password. In questi momenti l’interesse era veramente alto.
RHC: Alla fine, sono arrivate domande dai ragazzi? Come hanno recepito la cosa?
Massimo Chirivì: Sono arrivate domande sia da allievi che da docenti, le 2 più interessanti: una navigazione HTTPS può essere sniffata in collegamento WIFI? come si può tentare di recuperare un account instagram compromesso? Abbiamo affrontato naturalmente entrambi gli argomenti.
RHC: Massimo, grazie ancora per la disponibilità. Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori?
Massimo Chirivì: Bisogna insistere, bisogna trovare il metodo per vincere sull’interesse che hanno verso topic meno utili che arrivano dai social che in alcuni casi “crashano” le loro promettenti menti con giochi e video veramente inguardabili. C’è tanto lavoro da fare, ma alla fine dell’evento parlando con i docenti si è arrivati ad un conclusione comune: dobbiamo sentirci, fare rete e mettere insieme la nostra competenza nell’argomento hacking con la loro esperienza nel comunicare con i ragazzi per arrivare al successo e quindi avvicinarli verso il mondo interessante dell’ethical hacking.
Quindi Missione Compiuta!
Ricordiamo sempre che RHC e la community di HackerHood rimane a disposizione delle scuole medie e delle scuole superiori per poter replicare l’esperienza fatta a Lecce e cercare di invogliare e indirizzare i ragazzi verso l’ethical hacking, per cercare di stimolarli verso l’esplorazione, lo studio empirico, il superamento degli ostacoli e l’innovazione.
Queste sono materie quanto mai importanti in questo periodo storico e fondamentali per l’interesse del nostro paese e del nostro futuro.
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