
Nella lotta contro gli attacchi informatici che minacciano la sicurezza nazionale (compresi gli attacchi ransomware), il governo olandese utilizzerà i suoi servizi di intelligence e l’esercito in caso di necessità.
Il parlamento olandese è attualmente alla ricerca di modi per rispondere agli attacchi ransomware. Il ministro degli Esteri Ben Knapen ha affermato che i mezzi diplomatici vengono utilizzati in circostanze normali, ma in incidenti più gravi lo stato potrebbe ricorrere a dure contromisure.
“Se gli attacchi ransomware finanziari o di altro tipo superano la linea di una (chiara) minaccia alla sicurezza nazionale, ad esempio a causa del fallimento di settori critici, il governo ha altri mezzi a sua disposizione”
ha affermato Knapen in una lettera al parlamento.
Il processo di risposta comprende diverse fasi:
“Oltre alle attività dei servizi di intelligence, i Paesi Bassi possono coinvolgere anche le Forze Armate. Ad esempio, il Cyber Defense Command può effettuare contrattacchi al fine di prevenire azioni nemiche e tutelare gli interessi dello Stato”
si legge nella lettera.
Come ha spiegato Knapen, i Paesi Bassi non sempre ricorrono a modi radicali di rispondere agli attacchi informatici e preferiscono agire in campo diplomatico e legale.
Tuttavia, ci sono casi in cui il governo olandese ha risposto con l’hacking all’hacking.
Ad esempio, a seguito di una serie di attacchi informatici da parte del gruppo di criminali informatici finanziato dallo stato APT29 nel 2014, l’agenzia di intelligence olandese AIVD ha risposto con un altro attacco informatico, attraverso il quale è stata in grado di allertare il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti di un’imminente operazione informatica.
Tuttavia, secondo Knapen, i Paesi Bassi non hanno ancora affrontato un attacco ransomware potente o abbastanza grande da poter ricorrere all’intelligente o alle forze armate.
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