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Il primo messaggio inviato su internet della storia.

Massimiliano Brolli : 25 Settembre 2021 09:57

  

Oggi scambiarsi un messaggio attraverso whatsapp o skype è un gesto normale, che rientra nelle attività che svolgiamo nel nostro quotidiano. Su tutti i libri di storia, viene riportato che la sera del 20 luglio del 1969 alle 20 e 17, Neil Armstrong, dopo aver messo piede sulla luna disse la famosa frase:

“questo è un piccolo passo per un uomo e un grande passo per l’umanità”.

Ma la sera di mercoledì 29 ottobre dello stesso anno, alle ore 22:30, praticamente tre mesi dopo, ci fu un altro grande passo avanti per tutta l’umanità, forse ancora più importante di quello di Armstrong che non è citato su nessun libro di storia.

Di seguito la storia a fumetti di questo grandissimo avvenimento, realizzata per RedHotCyber da @dinaz.it (account instagram), per raccontarci in modo comico quello che andremo a raccontarvi con questo articolo.

Quella sera, venne inviato il primo messaggio in una rete di elaboratori, ed è proprio di questo che parleremo in questo articolo.

Il primo messaggio su internet della storia

Los Angeles, UCLA University

California, Los Angeles, UCLA University, 29 ottobre 1969.Quella sera il professore dell’UCLA Leonard Kleinrock e il suo studente Charley Kline erano seduti davanti all’elaboratore SDS Sigma 7 pronti ad inviare un messaggio a Bill Duval che stava davanti ad un SDS 940 presso la Stanford University Research, a circa 350 miglia di distanza, attraverso il nuovissimo internetwork sponsorizzato dall’Advanced Research Projects Agency, noto a tutti come rete Arpanet.

Tutto era pronto, i computer erano perfettamente funzionanti “OK Stanford, stiamo per inviare la lettera L, fateci sapere quando la vedete” Leonard disse a Stanford. “Eccolo, abbiamo ricevuto la L” dissero a Stanford. dall’UCLA si senti un applauso in sottofondo dalla cornetta. “OK, molto molto bene, solo un secondo, aspetta, ora invieremo la lettera O” disse Charley dall’UCLA. “Oh mio Dio, abbiamo appena ricevuto una O, Continuate così”

“Preparati, ecco che sta per arrivare una G, fammi sapere quando l’hai ricevuta” Ma passò qualche secondo e stendford disse “Ma l’avete inviata?” “Sì, abbiamo appena inviato la G, hai capito?” dissero dall’UCLA ma passarono ancora altri secondi di silenzio “Mannaggia, il 940 si è appena schiantato.” dissero a Stanford “Chi se ne frega, ce l’abbiamo fatta, e un successo! Tira fuori lo champagne! “Circa un’ora dopo, gli scienziati riprovarono di nuovo il test e furono in grado di trasmettere la parola “Login”.

Il valore storico di quella sera

Quella sera alle 20:30, venne inviato il primo messaggio tra due elaboratori elettronici, un passo avanti importantissimo per la storia della tecnologia e dell’elettronica. Questi computer avevano performance mostruosamente inferiori rispetto ad un semplice smartphone di oggi, parliamo di 128 kb di memoria RAM e 24 MB di spazio disco.

Stiamo parlando del Giurassico dell’informatica, quel periodo di grandi innovazioni, di ricerca scientifica, ma anche di grandi hacker e di pionieri dell’informatica che gettarono le basi del moderno internet e di tutto quello che oggi conosciamo che circonda le nostre vite


La 3420 Boelter Hall all’università dell’UCLA

Un percorso che inizia da lontano

Ovviamente il primo messaggio in una rete tra computer, è stato il punto di arrivo di un lungo percorso, svolto nella progettazione e nella realizzazione della rete che parte da ancora più lontano. Infatti fu il presidente americano Eisenhower, terrorizzato che l’America potesse perdere il suo vantaggio scientifico, che riunì attorno a sé i migliori scienziati dell’epoca nominando James Killian (james kelian) a capo dell’Arpa, Advanced Project, Research Agency.

Eco quindi che militari ed accademici svilupparono assieme negli anni ’60 in piena Guerra fredda, una rete militare, capace di resistere ad un attacco nucleare su vasta scala, ma anche di allocare le risorse umane e finanziare dedicate per la ricerca scientifica nel migliore dei modi, grazie anche alla collaborazione a tutti i livelli, e quindi tra aziende, militari e accademici, anche se furono questi ultimi a teorizzare, progettare e sviluppare la rete. Nel 1967, Lawrence Roberts, in qualità di responsabile del programma iniziò a teorizzare ARPANET, utilizzando le tecniche di commutazione di pacchetto inventate dallo scienziato informatico britannico Donald Davies e dall’americano Paul Baran. Una volta completata la progettazione, l’ARPA emise una Request for Quotation per costruire il sistema, che venne assegnata alla Bolt, Bèranek e Newman, la famosa BBN technology, quell’azienda che contribuì in modo fondamentale alla nascita di internet progettando il routing, il controllo del flusso, la progettazione del software e il controllo della rete. Lawrence Roberts gestì l’implementazione di ARPNET e nel 1968 chiese a Leonard Kleinrock di eseguire la modellazione matematica delle prestazioni della rete a commutazione di pacchetto, come ad esempio la “teoria delle code”, una branca della ricerca che ha applicazioni in molti campi che venne applicata alla commutazione di messaggi.

La nota scritta del fallimento del primo messaggio alle 22:30

Quella sera del 1969

Quello che accadde quella sera fu la fine di un percorso, ma tutti i capolavori prendono vita dopo un intenso e minuzioso lavoro preliminare.

Parlare di questo oggi, è come parlare di un’era geologica fa, quando i brontosauri pascolavano nelle praterie del giurassico, ma stiamo parlando di poco più di 50 anni fa, e se ripensassimo alla tecnologia di oggi in quell’era cosa ci verrebbe in mente? In quella giornata, probabilmente, oltre al primo messaggio in una rete di elaboratori, nacque anche il denial of service senza che il mondo accademico ne fosse consapevole, ma questa è tutta un’altra storia.

Massimiliano Brolli
Responsabile del RED Team di TIM S.p.a. e dei laboratori di sicurezza informatica in ambito 4G/5G. Ha rivestito incarichi manageriali in Telecom Italia che vanno dal ICT Risk Management all’ingegneria del software alla docenza.