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Il Robot Chirurgo di Tamar Robotics opera meglio di un umano

Alessia Tomaselli : 17 Marzo 2023 07:49

  

Il minuscolo Robot Chirurgo sviluppato da Tamar Robotics in Israele non è più grande di una penna, ma ha tutti gli strumenti necessari per operare un paziente.

Tamar Robotics ha sviluppato il sistema robotico più piccolo e preciso al mondo per la chirurgia cerebrale mininvasiva, con un diametro di soli 10 mm.

È dotato di una telecamera, di due bracci robotici orientabili e pieghevoli che possono contenere i classici strumenti chirurgici e di un’impalcatura estensibile che rende più facile vedere e manovrare gli strumenti all’interno dell’area di lavoro.

L’azienda ha sede nei pressi di Haifa ed è stata fondata dal Prof. Moshe Shoham, considerato uno dei pionieri della robotica medica. Egli spera che il sistema venga approvato e ne venga implementato l’uso negli ospedali americani a partire dal 2026.

Com’è nata l’dea di un Robot Chirurgo

Ogni millimetro conta quando si opera nel cervello.

I neurochirurghi hanno normalmente a disposizione solo circa 25-50 mm di spazio di lavoro e spesso devono praticare grandi aperture nel cranio per inserire telecamere, microscopi e altri strumenti in modo tale da garantire la massima precisione durante l’operazione.

Quanto più in profondità si deve scavare nel cervello del paziente, tanto più complesso è l’approccio al tumore bersaglio e tanto più alto è il rischio di danni al tessuto cerebrale sano. Questi ultimi possono causare una serie di complicazioni come problemi di memoria, perdita della parola o del movimento, convulsioni e persino la morte.

Con il sistema di Tamar Robotics, invece, è sufficiente creare un’unica piccola incisione nel cranio, riducendo i rischi e i tempi di recupero per il paziente.

I neurochirurghi di solito devono praticare più aperture nel cranio per inserire i numerosi strumenti che utilizzano per operare sul cervello.

Meno aperture, meno rischi

“Tutto è così delicato e angusto nel cervello che, se ci si muove nella direzione sbagliata, si può anche riuscire a rimuovere il tumore, ma il paziente non sarà in grado di parlare o camminare per il resto della sua vita”, spiega Aaron Feldman, vicepresidente dello sviluppo aziendale.

“Per questo motivo, se si riesce a ridurre il corridoio per accedere al tumore, la differenza è notevole”.

In neurochirurgia lo spazio è ridotto. Con il sistema Tamar Robotics, tutti gli strumenti necessari al medico si trovano nello stesso punto, quindi non c’è il rischio che si scontrino tra loro durante l’intervento.

Oggi i chirurghi inseriscono i loro strumenti nella stessa grande incisione, o in diverse incisioni, per eseguire l’intervento. Se vogliono avere una mobilità sufficiente e una buona visione, devono scavare un corridoio più ampio nel tessuto cerebrale, aumentando il rischio di lesioni.

D’altro canto, se si vuole preservare il tessuto cerebrale sano e scavare in un’area più piccola dell’organo, in molti casi non si riuscirà a rimuovere l’intero tumore e i pazienti avranno probabilmente bisogno di un intervento successivo.

Il sistema endoscopico robotico più piccolo e preciso al mondo per la chirurgia cerebrale mini-invasiva.

“In entrambi i casi, i chirurghi si imbattono nello stesso problema”, spiega Feldman. Gli strumenti si scontrano con la telecamera, il che significa che devono creare un corridoio più grande in modo che ci sia spazio sufficiente sia per la telecamera che per gli strumenti”.

“Con il nostro sistema, la telecamera e gli strumenti si trovano proprio di fronte. Ciò significa che non è necessario creare un corridoio così grande e che si ha la massima libertà di movimento degli strumenti e una visione eccellente”.

Prossimamente ci saranno altre novità

L’azienda si sta concentrando in primo luogo sulle operazioni al cervello, ma sta anche sviluppando una tecnologia per la chirurgia spinale, per rimuovere i tumori e per gli interventi alla testa e al collo che riguardano il cancro alla tiroide e alla laringe.

In futuro, il robot sarà in grado di effettuare altri interventi chirurgici, tra cui quelli contro i tumori del polmone, della vescica e della prostata.

L’azienda inizierà a testare il robot su cadaveri entro la fine di quest’anno, per poi iniziare i primi studi sull’uomo.

L’obiettivo finale è quello di riuscire a ridurre la dimensione del robot a soli 6 mm di diametro.

I robot hanno eseguito per la prima volta nel 2018 la chirurgia single-port (attraverso un’unica incisione). Oggi questa viene utilizzata in molti centri medici per interventi che riguardano l’orecchio, il naso e la gola.

Diverse altre aziende stanno sviluppando robot per la chirurgia cerebrale single-port, ma nessuno è piccolo come quello di Tamar Robotics. Il competitor a lui più vicino è di 15 mm (ben 5 mm in più).

Alessia Tomaselli
Laureata in Mediazione Linguistica per le lingue inglese e spagnolo, attualmente lavora come copywriter presso s-mart.biz, società leader nella sicurezza informatica.