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La legge del Metaverso.

Redazione RHC : 21 Febbraio 2022 23:10

Sebbene sia una realtà piuttosto recente, il metaverso ha già catalizzato l’attenzione di media e persone e qualche persona ha iniziato a trasferire in essa alcuni momenti della propria vita, anche quelli più importati: pare, infatti, che una coppia di indiani abbia deciso di celebrare il matrimonio con gli avatar, nella realtà del metaverso.

Purtroppo, però, in questo virtual world sono stati trasferiti non solo i momenti di festa, ma anche alcuni comportamenti censurabili: Meta ha ritenuto opportuno inserire la distanza di sicurezza di un metro tra gli avatar dopo che una ragazza ha denunciato che il suo avatar era stato molestato.

Tali episodi rendono evidente come il metaverso, così come tutta la realtà digitale, non sia un universo parallelo al nostro, ma solo un’estensione digitalizzata del mondo analogico. Non possiamo più parlare di estensione intangibile, in quanto nel mondo virtuale basterebbero i giusti accessori e sensori per darci la sensazione di “toccare” l’ambiente e gli oggetti che ci circondano.


In esso stanno iniziando a transitare non solo i momenti di svago, ma anche investimenti economici (nei mondi virtuali è già possibile comprare non solo accessori per il proprio personaggio, ma anche appezzamenti di “terra” virtuale) e momenti di vita quotidiana, trasferendo così la nostra realtà in una sua dimensione digitale.

Il metaverso non è da considerare alla stregua di un gioco o un passatempo, ma come una realtà che potrebbe diventare parte integrante del mondo come lo conosciamo ora. Proprio per questo motivo è importante interrogarsi circa i diritti e le regole che devono e dovranno seguire i popoli di questo mondo parallelo.

Così come è importante regolamentare le intelligenze artificiali, è importante fare altrettanto per i modi virtuali, onde evitare che questi possano diventare una sorta di “terra di nessuno”, laddove l’unica regolamentazione sia costituita dalle condizioni di utilizzo poste dal fornitore di ciascun servizio.
Allo stato attuale, almeno nel panorama giuridico italiano, si può ritenere che le varie norme circa la tutela della privacy, i reati informatici e la tutela del patrimonio siano integralmente applicabili senza alcun adattamento: solo per fare alcuni esempi è possibile violare l’account di un partecipante (art. 615 ter c.p.), sostituirsi ad esso (art. 494 c.p.), si possono sottrarre beni aventi valore economico nel mondo reale.


L’applicazione delle normative vigenti, tuttavia, non è sempre lineare. Anzitutto perché il metaverso, esattamente come Internet che lo “ospita”, non ha una dimensione territoriale ben definita: è frequentato da persone che provengono da ogni parte del mondo con lingue, culture e – soprattutto – normative nazionali anche profondamente differenti tra loro, con conseguenti possibili difficoltà nell’individuazione delle normative di riferimento o nell’effettiva applicazione delle pronunce di un’autorità giudiziaria nazionale che si dovesse trovare ad intervenire in caso di contenziosi tra due frequentatori del metaverso.

Secondariamente, in quanto il metaverso potrebbe creare un mondo collegato a quello reale, ma allo stesso tempo parallelo ad esso. L’idea corre principalmente ai sistemi che regolano gli interscambi di carattere economico all’interno di questi mondi. In questi mondi vengono normalmente utilizzate delle criptovalute.

Esse, pur non quotate sui mercati finanziari ufficiali, hanno un valore economico che ormai è universalmente riconosciuto, essendo non solo “minate” ma anche acquistate e vendute movimentando del denaro di uso comune nel mondo reale.


Nulla, però, obbliga il metaverso ad utilizzare direttamente le criptovalute: in esso potrebbe essere utilizzata una moneta interna, acquistabile con criptovalute, ma utilizzabile solo all’interno del gioco e non riconvertibile nella valuta di acquisto o in altra valuta dello stesso genere.


In questo caso, la moneta – anche se acquistata con soldi veri – avrebbe un valore apprezzabile solamente all’interno del mondo virtuale, essendo diventata completamente infungibile all’esterno di esso. In un caso del genere, qualora dovessero sorgere contenziosi relativi a danni risarcibili o inadempimenti contrattuali all’interno del mondo virtuale, potrebbe essere estremamente difficile determinare l’effettivo valore del risarcimento o della perdita economica.

Tali esempi evidenziano come sia auspicabile un’ampia riflessione su una regolazione del metaverso il più possibile condivisa, sia a livello statuale – con accordi internazionali volti ad evitare che le differenze normative possano creare sacche di impunità – che a livello di collaborazione tra aziende attive nello sviluppo di questi mondi e Stati, al fine di rendere il metaverso un mondo virtuale il più possibile piacevole da “vivere”

Redazione
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