White R0s3 : 26 Febbraio 2025 07:10
Il settore delle telecomunicazioni è sempre più nel mirino dei cybercriminali, e l’ultimo attacco subito da Orange Group, uno dei principali operatori francesi, lo dimostra. Un hacker, noto come Rey, ha dichiarato di aver violato i sistemi dell’azienda, sottraendo migliaia di documenti contenenti dati di clienti e dipendenti.
L’attacco ha avuto conseguenze significative, con la pubblicazione online di informazioni sensibili dopo il rifiuto dell’azienda di pagare un riscatto. Orange ha confermato la violazione, dichiarando che ha riguardato una applicazione non critica, ma il volume dei dati esfiltrati solleva interrogativi sulla sicurezza informatica nel settore delle telecomunicazioni.
Orange Group è un attore chiave nel settore delle telecomunicazioni e dei servizi digitali, con una presenza globale che comprende oltre 280 milioni di clienti. Il gruppo opera in numerosi paesi e offre servizi di telefonia fissa, mobile, internet a banda larga e soluzioni aziendali, oltre a essere coinvolto nello sviluppo di infrastrutture digitali e nell’innovazione tecnologica.
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Questa posizione di rilievo lo rende un obiettivo particolarmente appetibile per i criminali informatici, dato il valore dei dati trattati: informazioni personali, contratti, credenziali di accesso e persino dati finanziari. L’attacco subito da Orange Romania, una delle divisioni più importanti del gruppo, dimostra come gli hacker prendano di mira nodi strategici delle infrastrutture aziendali.
Le aziende di telecomunicazioni gestiscono enormi quantità di dati sensibili, inclusi i dettagli delle comunicazioni dei clienti, informazioni di fatturazione e credenziali di accesso ai servizi. Questi dati rappresentano una risorsa preziosa per i cybercriminali, che possono sfruttarli per:
Inoltre, un attacco a un operatore di telecomunicazioni può avere conseguenze su milioni di utenti, mettendo a rischio la loro privacy e la sicurezza delle loro comunicazioni.
Attualmente, non possiamo confermare l’autenticità della notizia, poiché l’organizzazione non ha ancora pubblicato un comunicato ufficiale sul proprio sito web in merito all’incidente. Le informazioni riportate provengono da fonti pubbliche accessibili su siti underground, pertanto vanno interpretate come una fonte di intelligence e non come una conferma definitiva.
Secondo quanto riportato dallo stesso hacker su un noto forum del dark web, Orange Group sarebbe stata contattata per il pagamento di un riscatto, ma la società avrebbe rifiutato di negoziare. A seguito di questo rifiuto, Rey ha deciso di rendere pubblici i dati sottratti, pubblicando un annuncio corredato di link per il download.
L’attacco è stato confermato da Orange, che ha dichiarato che la violazione ha coinvolto una applicazione non critica. Tuttavia, la quantità e la natura dei dati compromessi destano preoccupazioni.
Rey sostiene di aver avuto accesso ai sistemi di Orange per oltre un mese prima di avviare l’estrazione dei dati, operazione che sarebbe durata circa tre ore senza essere rilevata. Secondo l’hacker, il breach include:
L’hacker ha dichiarato di aver sfruttato una combinazione di credenziali compromesse e vulnerabilità nei sistemi di Orange, in particolare all’interno di Jira, un software utilizzato dall’azienda per la gestione di bug e ticket interni.
Rey ha inoltre precisato che l’attacco non è stato eseguito nell’ambito di un’operazione ransomware del gruppo HellCat, di cui fa parte, ma come azione indipendente.
L’intrusione ha permesso all’hacker di infiltrarsi nei sistemi della compagnia senza essere rilevato e di esfiltrare un totale di circa 6,92GB di dati distribuiti su 12.000 file.
Orange Group ha confermato la violazione e ha dichiarato di aver avviato un’indagine interna per valutare l’entità dell’incidente e mitigare i danni.
“Abbiamo preso immediatamente provvedimenti e la nostra priorità rimane proteggere i dati e gli interessi di dipendenti, clienti e partner. L’attacco ha colpito un’applicazione di back-office non critica e non ha avuto impatti sui servizi rivolti ai clienti”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda.
Il caso solleva però gravi preoccupazioni sulla sicurezza informatica. L’uso di credenziali compromesse e falle in software interni dimostra la necessità per le aziende di implementare autenticazione multi-fattore per ridurre il rischio di accesso non autorizzato ed effettuare controlli di sicurezza regolari per individuare e correggere vulnerabilità.
Orange non ha ancora chiarito se informerà i clienti e i dipendenti coinvolti nella violazione, ma è bene a chiunque potrebbe essere potenzialmente interessato di fare attenzione a possibili tentativi di phishing o frodi.
La violazione subita da Orange Group è solo l’ennesimo esempio di attacchi informatici rivolti ad aziende di telecomunicazioni. La capacità degli hacker di rimanere nei sistemi aziendali per settimane senza essere scoperti dimostra l’urgenza di strategie di difesa più avanzate.
Questo episodio dimostra l’importanza di adottare strategie di cybersecurity proattive, migliorando la protezione delle credenziali, rafforzando i controlli di sicurezza e investendo in soluzioni per la rilevazione tempestiva delle minacce.
Mentre Orange lavora per contenere i danni e proteggere i propri clienti, la violazione rappresenta un chiaro monito per tutte le aziende del settore: nel mondo digitale di oggi, la sicurezza informatica non è più un’opzione, ma una necessità fondamentale.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
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