Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca

Postel: il conto del ransomware lo pagheranno gli interessati? Tra due giorni lo scopriremo

Stefano Gazzella : 21 Agosto 2023 17:13

Impossibile ignorare l’attacco ransomware che ha colpito Postel, soprattutto perché i social brulicano di commenti relativi alla vicenda che sono l’evidenza di quanto sia stata percepita la gestione del data breach.

Basti pensare che mentre è stato varato un hashtag dedicato alla vicenda:

Prompt Engineering & Sicurezza: diventa l’esperto che guida l’AI

Vuoi dominare l’AI generativa e usarla in modo sicuro e professionale? Con il Corso Prompt Engineering: dalle basi alla cybersecurity, guidato da Luca Vinciguerra, data scientist ed esperto di sicurezza informatica, impari a creare prompt efficaci, ottimizzare i modelli linguistici e difenderti dai rischi legati all’intelligenza artificiale. Un percorso pratico e subito spendibile per distinguerti nel mondo del lavoro.
Non restare indietro: investi oggi nelle tue competenze e porta il tuo profilo professionale a un nuovo livello.
Guarda subito l'anteprima gratuita del corso su academy.redhotcyber.com
Contattaci per ulteriori informazioni tramite WhatsApp al 375 593 1011 oppure scrivi a [email protected]



Supporta RHC attraverso:
 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.
 

ma nonostante l’avvenuto ripristino del sito web nulla è dato sapere né conoscere agli interessati tramite i canali istituzionali di Postel.

E l’assordante silenzio istituzionale – mentre c’è il tic-toc del countdown – non è che sia confortante soprattutto per gli interessati direttamente coinvolti dalla violazione e da coloro che potrebbero subirne gli effetti negativi.

I quali hanno appreso tutto ciò prima dai social, dunque da alcune testate giornalistiche. Testate che poi sono state raggiunte da un comunicato da parte di Postel che ha avuto l’effetto di lasciare più confusi che persuasi.

Anche perchè, ironia della sorte, per leggerlo su alcune delle testate online, si doveva superare un cookiewall versando il gettone dei propri dati personali per avere accesso ad una comunicazione (si spera, almeno teoricamente e nelle intenzioni) dovuta per legge.

Perché quella verso gli interessati è una comunicazione che la stessa Postel deve svolgere per adempiere a quanto prescritto dall’art. 34 GDPR e che va svolta nelle forme definite dall’art. 12 GDPR.

Cosa non va nel comunicato di Postel secondo il GDPR.

Il comunicato di Postel manca però degli elementi fondamentali prescritti per una comunicazione di data breach completa. La quale non è un adempimento formale, bensì ha la funzione di rafforzare la tutela di tutte le persone direttamente e indirettamente coinvolte dall’evento di violazione.

E dunque, volendo considerare l’accaduto, non gioverebbe soltanto gli interessati i cui dati personali sono stati esfiltrati e saranno pubblicati, ma anche tutti coloro che potrebbero subire un danno o un pericolo dall’evento.

La comunicazione all’interessato di cui al paragrafo 1 del presente articolo descrive con un linguaggio semplice e chiaro la natura della violazione dei dati personali e contiene almeno le informazioni e le misure di cui all’articolo 33, paragrafo 3, lettere b), c) e d). (art. 34 par. 2 GDPR)

I requisiti di legge sono chiari.

Altrettanto chiaro è che non sono riscontrabili all’interno della comunicazione inviata. Manca infatti il punto di contatto presso cui ottenere informazioni, così come la descrizione delle probabili conseguenze della violazione dei dati personali.

Per quanto riguarda l’indicazione delle misure adottate o da adottare, tutto si limita ad una generale azione di ripristino dei sistemi.

Può venire il dubbio che il comunicato non sia stato inteso come comunicazione verso gli interessati?

E questo aprirebbe una serie di riflessioni ulteriori. Tale comunicazione, stando alla lettera dell’art. 34 GDPR e alle linee guida dell’EDPB, è un obbligo nel caso in cui sussiste un rischio elevato per gli interessati. Rischio elevato che, stando alle notizie riportate sull’attacco, appare come sussistente in considerazione della natura dei dati oggetto di violazione.

Bisogna infatti ricordare che sono stati oggetto di compromissione i dati dei lavoratori. E questo comprende tutte le comunicazioni per la gestione dei rapporti di lavoro, inclusi documenti di identità e le comunicazioni interne. Viene davvero difficile ipotizzare che non sia uno scenario di rischio elevato.

Purtroppo, nel comunicato sono citati soltanto dati interni. Nessun riferimento a interessati coinvolti o potenzialmente coinvolti. Nulla viene detto sull’imminente pubblicazione minacciata a scopo estorsivo.

La mancata comunicazione, così come una comunicazione intempestiva o incompleta, impedisce all’interessato di adottare delle cautele per proteggersi dalle conseguenze del data breach.

Qualcosa che si pone insomma ben oltre l’avere contezza che “è successo qualcosa”.

Così facendo il rischio (anzi, la certezza) è che il conto da pagare del data breach sarà in parte sulle spalle (e sulle tasche) degli interessati. Dato che si parla della loro vita lavorativa, furti di identità, ricatti o anche truffe che saranno orchestrate più facilmente a loro danno grazie alle informazioni nella disponibilità dei cybercriminali.

Infine, una considerazione per completezza. In tutto questo non stiamo nemmeno considerando gli ulteriori soggetti potenzialmente coinvolti dal data breach, come possono essere tutti coloro eventualmente citati nelle comunicazioni interne e nei documenti. E che ben potrebbero trarre giovamento da una comunicazione di data breach chiara e completa pubblicata su canali istituzionali, in quanto potrebbero adottare comportamenti maggiormente prudenti consapevoli del pericolo cui sono stati esposti in conseguenza dell’evento.

Stefano Gazzella
Privacy Officer e Data Protection Officer, è Of Counsel per Area Legale. Si occupa di protezione dei dati personali e, per la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Responsabile del comitato scientifico di Assoinfluencer, coordina le attività di ricerca, pubblicazione e divulgazione. Giornalista pubblicista, scrive su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Un grave attacco informatico colpisce gli aeroporti europei. Voli fermi
Di Redazione RHC - 20/09/2025

Sabato 20 settembre 2025 un attacco informatico ha colpito un fornitore di servizi utilizzati da diversi aeroporti europei, tra cui Bruxelles, Berlino e Londra-Heathrow. L’incidente ha causato notev...

L’Italia passa al contrattacco cyber! Dopo il decreto Aiuti, nuovo provvedimento alla camera
Di Redazione RHC - 19/09/2025

Un disegno di legge volto a potenziare la presenza delle Forze Armate nello spazio cibernetico è stato sottoposto all’esame della Camera. Il provvedimento, sostenuto dal presidente della Commission...

Due ragazzi militanti in Scattered Spider colpevoli per l’attacco informatico alla TfL
Di Redazione RHC - 19/09/2025

Due ragazzi militanti nel gruppo Scattered Spider sono stati incriminati nell’ambito delle indagini della National Crime Agency su un attacco informatico a Transport for London (TfL). Il 31 agosto 2...

Questo ennesimo articolo “contro” ChatControl sarà assolutamente inutile?
Di Stefano Gazzella - 18/09/2025

Avevamo già parlato della proposta di regolamento “ChatControl” quasi due anni fa, ma vista la roadmap che è in atto ci troviamo nell’imbarazzo di doverne parlare nuovamente. Sembra però un d...

RHC intervista ShinyHunters: “I sistemi si riparano, le persone restano vulnerabili!”
Di RHC Dark Lab - 17/09/2025

ShinyHunters è un gruppo noto per il coinvolgimento in diversi attacchi informatici di alto profilo. Formatosi intorno al 2020, il gruppo ha guadagnato notorietà attraverso una serie di attacchi mir...