Redazione RHC : 8 Aprile 2024 07:46
Un ricercatore di sicurezza ha scoperto una serie di vulnerabilità nel protocollo HTTP/2, chiamate collettivamente Continuation Flood. Questi problemi possono portare ad attacchi Denial of Service (DoS) e possono causare il crash dei server Web in alcune implementazioni con una singola connessione TCP.
Secondo l’esperto, il Continuation Flood è molto più pericoloso di un problema simile, il Rapid Reset, scoperto lo scorso autunno.
Ricordiamo che HTTP/2 è una versione aggiornata del protocollo HTTP, standardizzato nel 2015 e progettato per migliorare le prestazioni dei server web introducendo il framing binario per un trasferimento dati più efficiente, il multiplexing per la trasmissione di più richieste e risposte su un’unica connessione, nonché come compressione dell’intestazione.
Prompt Engineering & Sicurezza: diventa l’esperto che guida l’AIVuoi dominare l’AI generativa e usarla in modo sicuro e professionale? Con il Corso Prompt Engineering: dalle basi alla cybersecurity, guidato da Luca Vinciguerra, data scientist ed esperto di sicurezza informatica, impari a creare prompt efficaci, ottimizzare i modelli linguistici e difenderti dai rischi legati all’intelligenza artificiale. Un percorso pratico e subito spendibile per distinguerti nel mondo del lavoro. Non restare indietro: investi oggi nelle tue competenze e porta il tuo profilo professionale a un nuovo livello. Guarda subito l'anteprima gratuita del corso su academy.redhotcyber.com Contattaci per ulteriori informazioni tramite WhatsApp al 375 593 1011 oppure scrivi a [email protected] ![]() Supporta RHC attraverso:
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
I bug sono stati scoperti dal ricercatore Barket Nowotarski. Afferma che le vulnerabilità sono dovute all’uso di frame CONTINUATION HTTP/2, che non sono adeguatamente limitati o controllati in molte implementazioni del protocollo.
Pertanto, i messaggi HTTP/2 contengono sezioni di intestazione serializzate in blocchi. Durante la trasmissione, tali blocchi possono essere frammentati in più frame e i frame CONTINUATION vengono utilizzati per combinare il flusso.
Come spiega Nowotarski, la mancanza di un adeguato controllo dei frame consente agli aggressori di inviare stringhe di frame estremamente lunghe semplicemente non impostando il flag END_HEADERS. Di conseguenza, ciò può portare a guasti del server a causa dell’esaurimento delle risorse che verranno spese per l’elaborazione di questi frame.
Il ricercatore ha avvertito che in alcune implementazioni è possibile disabilitare il server utilizzando una sola connessione HTTP/2 TCP.
Gli esperti del Centro di coordinamento CERT (CERT-CC) hanno già pubblicato un avviso dedicato al Continuation Flood. Alle vulnerabilità in varie implementazioni HTTP/2 sono stati assegnati i propri identificatori CVE:
Secondo il CERT-CC, la vulnerabilità di Continuation è già stata confermata dai creatori di Red Hat, SUSE Linux, Arista Networks, Apache HTTP Server Project, nghttp2, Node.js, AMPHP e Go linguaggio di programmazione.
Secondo Nowotarski il problema del Continuation Flood è molto più grave del già citato attacco HTTP/2 Rapid Reset descritto lo scorso ottobre dai principali fornitori di servizi cloud. Ricordiamo che allora Google, Cloudflare e AWS hanno affermato che il problema del Rapid Reset ha provocato un’ondata degli attacchi DDoS più potenti nell’intera storia dell’osservazione.
“Considerando l’importanza dei progetti interessati e il fatto che, secondo Cloudflare Radar, il traffico HTTP rappresenta oltre il 70% di tutte le comunicazioni Internet, si può presumere che gran parte di Internet sia affetto da una vulnerabilità facilmente sfruttabile: in molti casi basta una sola connessione TCP per mandare in crash il server”, avverte Nowotarski.
Il ricercatore ritiene inoltre che sarà difficile per gli amministratori dei server risolvere il problema senza un’adeguata conoscenza di HTTP/2.
Il fatto è che le richieste dannose non saranno visibili nei registri di accesso a meno che sul server non sia abilitata l’analisi avanzata dei frame, che nella maggior parte dei casi è disabilitata.
Avevamo già parlato della proposta di regolamento “ChatControl” quasi due anni fa, ma vista la roadmap che è in atto ci troviamo nell’imbarazzo di doverne parlare nuovamente. Sembra però un d...
ShinyHunters è un gruppo noto per il coinvolgimento in diversi attacchi informatici di alto profilo. Formatosi intorno al 2020, il gruppo ha guadagnato notorietà attraverso una serie di attacchi mir...
La notizia è semplice, la tecnologia no. Chat Control (CSAR) nasce per scovare CSAM e dinamiche di grooming dentro le piattaforme di messaggistica. La versione “modernizzata” rinuncia alla backdo...
A cura di Luca Stivali e Olivia Terragni. L’11 settembre 2025 è esploso mediaticamente, in modo massivo e massiccio, quello che può essere definito il più grande leak mai subito dal Great Fir...
Una violazione di dati senza precedenti ha colpito il Great Firewall of China (GFW), con oltre 500 GB di materiale riservato che è stato sottratto e reso pubblico in rete. Tra le informazioni comprom...