Scoperta Vulnerabilità Critica nel Protocollo HTTP/2: Continuation Flood Minaccia i Server Web
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
LECS 970x120 1
320x100 Itcentric
Scoperta Vulnerabilità Critica nel Protocollo HTTP/2: Continuation Flood Minaccia i Server Web

Scoperta Vulnerabilità Critica nel Protocollo HTTP/2: Continuation Flood Minaccia i Server Web

Redazione RHC : 8 Aprile 2024 07:46

Un ricercatore di sicurezza ha scoperto una serie di vulnerabilità nel protocollo HTTP/2, chiamate collettivamente Continuation Flood. Questi problemi possono portare ad attacchi Denial of Service (DoS) e possono causare il crash dei server Web in alcune implementazioni con una singola connessione TCP.

Secondo l’esperto, il Continuation Flood è molto più pericoloso di un problema simile, il Rapid Reset, scoperto lo scorso autunno.

Ricordiamo che HTTP/2 è una versione aggiornata del protocollo HTTP, standardizzato nel 2015 e progettato per migliorare le prestazioni dei server web introducendo il framing binario per un trasferimento dati più efficiente, il multiplexing per la trasmissione di più richieste e risposte su un’unica connessione, nonché come compressione dell’intestazione.


RHC0002 CTIP Corso Dark Web Cyber Threat Intelligence

Vuoi diventare un esperto del Dark Web e della Cyber Threat Intelligence (CTI)?
Stiamo per avviare il corso intermedio in modalità "Live Class" del corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence". 
A differenza dei corsi in e-learning, disponibili online sulla nostra piattaforma con lezioni pre-registrate, i corsi in Live Class offrono un’esperienza formativa interattiva e coinvolgente.  
Condotti dal professor Pietro Melillo, le lezioni si svolgono online in tempo reale, permettendo ai partecipanti di interagire direttamente con il docente e approfondire i contenuti in modo personalizzato.
Questi corsi, ideali per aziende, consentono di sviluppare competenze mirate, affrontare casi pratici e personalizzare il percorso formativo in base alle esigenze specifiche del team, garantendo un apprendimento efficace e immediatamente applicabile. 
Guarda subito l'anteprima gratuita del corso su academy.redhotcyber.com
Contattaci per ulteriori informazioni tramite WhatsApp al 375 593 1011 oppure scrivi a [email protected]


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

I bug sono stati scoperti dal ricercatore Barket Nowotarski. Afferma che le vulnerabilità sono dovute all’uso di frame CONTINUATION HTTP/2, che non sono adeguatamente limitati o controllati in molte implementazioni del protocollo.

Pertanto, i messaggi HTTP/2 contengono sezioni di intestazione serializzate in blocchi. Durante la trasmissione, tali blocchi possono essere frammentati in più frame e i frame CONTINUATION vengono utilizzati per combinare il flusso.

Come spiega Nowotarski, la mancanza di un adeguato controllo dei frame consente agli aggressori di inviare stringhe di frame estremamente lunghe semplicemente non impostando il flag END_HEADERS. Di conseguenza, ciò può portare a guasti del server a causa dell’esaurimento delle risorse che verranno spese per l’elaborazione di questi frame.

Il ricercatore ha avvertito che in alcune implementazioni è possibile disabilitare il server utilizzando una sola connessione HTTP/2 TCP.

Gli esperti del Centro di coordinamento CERT (CERT-CC) hanno già pubblicato un avviso dedicato al Continuation Flood. Alle vulnerabilità in varie implementazioni HTTP/2 sono stati assegnati i propri identificatori CVE:

  • CVE-2024-27983 influisce sul server HTTP/2 Node.js. L’invio di più frame HTTP/2 può causare una perdita di memoria a causa di una condizione di competizione, portando a una potenziale negazione del servizio;
  • CVE-2024-27919 influisce sul codec oghttp di Envoy. Provoca un consumo illimitato di memoria, poiché non reimposta la richiesta se il limite della mappa di intestazione viene esaurito;
  • CVE-2024-2758. Le restrizioni non impediscono efficacemente gli attacchi da parte di frame CONTINUATION vuoti, che potrebbero potenzialmente portare alla negazione del servizio;
  • CVE-2024-2653 : influisce su amphp/http. Raccoglie i frame CONTINUATION in un buffer illimitato, che può portare a arresti anomali se viene superato il limite della dimensione dell’intestazione;
  • CVE-2023-45288 – Influisce sui pacchetti Go net/http e net/http2. Consente a un utente malintenzionato di inviare un ampio set di intestazioni, il che porta a un consumo eccessivo della CPU;
  • CVE-2024-28182 – influenza le implementazioni che utilizzano la libreria nghttp2, che continua a ricevere frame CONTINUATION finché non provoca un rifiuto del servizio;
  • CVE-2024-27316 – Interessa Apache Httpd. È possibile inviare un flusso continuo di frame CONTINUATION senza impostare il flag END_HEADERS;
  • CVE-2024-31309 : influisce sul server di traffico Apache. Un attacco Continuation Flood può causare il consumo delle risorse del server;
  • CVE-2024-30255 influisce sulle versioni Envoy 1.29.2 e precedenti. Esaurisce le risorse della CPU con un flusso di frame CONTINUATION.

Secondo il CERT-CC, la vulnerabilità di Continuation è già stata confermata dai creatori di Red Hat, SUSE Linux, Arista Networks, Apache HTTP Server Project, nghttp2, Node.js, AMPHP e Go linguaggio di programmazione.

Secondo Nowotarski il problema del Continuation Flood è molto più grave del già citato attacco HTTP/2 Rapid Reset descritto lo scorso ottobre dai principali fornitori di servizi cloud. Ricordiamo che allora Google, Cloudflare e AWS hanno affermato che il problema del Rapid Reset ha provocato un’ondata degli attacchi DDoS più potenti nell’intera storia dell’osservazione.

Considerando l’importanza dei progetti interessati e il fatto che, secondo Cloudflare Radar, il traffico HTTP rappresenta oltre il 70% di tutte le comunicazioni Internet, si può presumere che gran parte di Internet sia affetto da una vulnerabilità facilmente sfruttabile: in molti casi basta una sola connessione TCP per mandare in crash il server”, avverte Nowotarski.

Il ricercatore ritiene inoltre che sarà difficile per gli amministratori dei server risolvere il problema senza un’adeguata conoscenza di HTTP/2.

Il fatto è che le richieste dannose non saranno visibili nei registri di accesso a meno che sul server non sia abilitata l’analisi avanzata dei frame, che nella maggior parte dei casi è disabilitata.

  • 0day
  • bug
  • internet
  • vulnerabilità
  • web
Immagine del sitoRedazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
888: il data-leaker seriale! L’outsider del darkweb che ha costruito un impero di dati rubati
Di Luca Stivali - 02/12/2025

Nel panorama dei forum underground esistono attori che operano in modo episodico, alla ricerca di un singolo colpo mediatico, e altri che costruiscono nel tempo una pipeline quasi industriale di comp...

Immagine del sito
Anatomia di una Violazione Wi-Fi: Dalla Pre-connessione alla Difesa Attiva
Di Francesco Demarcus - 02/12/2025

Nel contesto odierno, proteggere una rete richiede molto più che impostare una password complessa. Un attacco informatico contro una rete wireless segue un percorso strutturato che evolve dal monitor...

Immagine del sito
La verità scomoda sul DPO: il problema non è l’IT… è proprio lui!
Di Stefano Gazzella - 02/12/2025

Il DPO, ma anche il consulente privacy, interagisce in modo significativo con il mondo dell’IT. Purtroppo non sempre lo fa in modo corretto, soprattutto perché alcuni falsi miti provocano quel rumo...

Immagine del sito
Durov avverte: “È finita! Addio Internet libero” — L’urlo che sta facendo tremare l’Europa
Di Sandro Sana - 02/12/2025

Il post 462 del canale ufficiale di Durov ha attivato subito la “modalità urlo”: “Fine dell’internet libero. L’internet libero sta diventando uno strumento di controllo”. Niente auguri pe...

Immagine del sito
Nuova ondata di PhaaS: KrakenBite lancia 5 pagine false per banche marocchine
Di Redazione RHC - 01/12/2025

Il mercato clandestino del cybercrime continua a evolversi rapidamente, alimentato da gruppi specializzati che progettano e vendono strumenti per truffe digitali sempre più sofisticate. Tra questi, u...