Redazione RHC : 20 Luglio 2022 18:23
47 giorni di attacchi informatici è stato vittima il comune di Baldissero Torinese, nei primi mesi di attività della giunta attualmente in carica.
Questo accadeva tra il 7 di ottobre e il 22 novembre del 2021.
“Sono stati visionati tutti i documenti presenti negli archivi del Comune, compresi anagrafe, ragioneria, corrispondenza e incarichi. Non appena il Comune si è reso conto della situazione, è stata fatta denuncia ai carabinieri, ancora nel 2021, e si è provveduto a rafforzare la protezione di tutti i sistemi informatici, prima assente, poiché i sistemi operativi antivirus non garantivano più protezione fin dal 2017”.
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Ha scritto l’ente in una nota.
Si avviano quindi e come di consueto le indagini in quello che di fatto è un comunissimo attacco informatico.
Ma notizia clamorosa è che nei giorni scorsi è arrivata comunicazione, da parte della Procura di Torino, della conclusione dell’indagine che ha individuato finalmente chi ha violato ripetutamente il comune Baldissero Torinese.
E’ stata la consigliera comunale Paola Chiesa.
L’attività illecita è stata ripetuta per 47 giorni consecutivi tra il 7 ottobre e il 22 novembre 2021, per un totale di 898 ore e 12 minuti dove sono stati visionati tutti i documenti presenti negli archivi del Comune, compresi anagrafe, ragioneria, corrispondenza e incarichi.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, la consigliera comunale aveva sfidato l’attuale sindaco Piero Cordero per la poltrona di primo cittadino con la propria lista, «Paola c’è».
All’indomani della sconfitta elettorale avrebbe usato i codici di accesso che le erano stati assegnati nei cinque anni del precedente mandato per «violare» i sistemi.
Piero Cordero, inoltre in consiglio comunale l’ha invitata a “lasciare il paese” e a “farsi curare”. Lei replica che, al netto delle accuse che le rivolge la Procura e alle quali risponderà nelle opportune sedi, “è gravissimo” quanto detto dal sindaco “per fare “terra bruciata” preventiva nei confronti del proprio avversario”.
Ora la Chiesa rischia sette anni e ha affermato:
“Ogni spiegazione sarà data alla magistratura inquirente nel cui operato ho la massima fiducia. Ho già chiesto di essere interrogata per chiarire la mia posizione”.
Sicuramente viene da pensare che cosa intendano le persone per “hackerare un sistema”. In questo articolo c’è veramente poco del concetto di hacking.
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