Redazione RHC : 3 Ottobre 2020 06:59
Un ragazzino di 11 anni di Napoli, ha aperto la finestra, ha appoggiato uno sgabello alla ringhiera e si è lanciato nel vuoto lasciando un messaggio ai genitori «Mamma, papà vi amo. Ora devo seguire l’uomo col cappuccio nero. Non ho più tempo. Perdonatemi».
Non è chiaro se il bambino sia stato effettivamente contattato da qualcuno, o se la figura a cui fa riferimento sia frutto della sua immaginazione, magari influenzata da qualche video trovato sulla #Rete.
Ora, qualora sia stato Jonathan #Galindo, oppure uno sconosciuto su #whatsapp o una #challenge mortale, occorre riflettere a come la tecnologia possa “essere mortale” per i più piccoli, come è successo di recente alla 15enne Chloe #Philips, uccisa da una challenge su #TikTock.
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“Bisogna condividere con loro i #rischi perché non esiste una #vulnerabilità intrinseca che possa portare ad un maggior rischio”, spiega Vera Cuzzocrea psicologa giuridica e psicoterapeuta Consigliera dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.
La rete sta diventando sempre più pericolosa ed insidiosa per i più piccoli. Stiamo dietro ai nostri figli e generiamo consapevolezza prima che sia troppo tardi.
#redhotcyber #cybersecurity #bambini #tecnologia
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