Swascan scopre 3 vulnerabilità su MSI, leader mondiale di soluzioni AIoT.
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
LECS 970x120 1
320×100
Swascan scopre 3 vulnerabilità su MSI, leader mondiale di soluzioni AIoT.

Swascan scopre 3 vulnerabilità su MSI, leader mondiale di soluzioni AIoT.

10 Gennaio 2022 13:09

Il panorama della Cyber Security si evolve e avanza rapidamente, questo rende ogni nuovo giorno più potenzialmente critico del precedente. I criminali informatici sono costantemente a caccia di aziende che hanno all’interno delle loro infrastrutture IT delle falle di sicurezza per poterle sfruttare per generare profitto e la caccia ai ben noti 0-day diventa ogni giorno sempre più incessante.

Le supply chain digitali delle grandi aziende sono sempre più spesso nel mirino degli attori malevoli, soprattutto quelle che fanno a capo a grandi provider di Hardware e software. Ma gli attacchi contro il perimetro esteso delle grandi aziende, anche se li immaginiamo come sofisticati in termini di tecniche utilizzate, sono spesso non così complicati.

Il problema principale di queste aziende è la loro stessa forza: la vastità del perimetro digitale in cui operano. Più grande sarà l’azienda più facile sarà per una vulnerabilità passare inosservata.

È qui che entrano in gioco i paradigmi della collaborazione e soprattutto della Coordinated Vulnerability Disclosure (CVD) della quale spesso parliamo su Red Hot Cyber.

Il caso MSI

Micro-Star International (MSI) è una multinazionale taiwanese di computer con sede a New Taipei e filiali in America, Europa, Asia, Australia e Sud Africa.

L’azienda, probabilmente familiare a molti appassionati di PC, progetta, sviluppa e fornisce hardware per computer, prodotti e servizi correlati, tra cui: computer portatili, desktop, schede madri, schede grafiche, computer All-in-One, server, computer industriali, periferiche per PC, prodotti di infotainment per auto e altri.

L’azienda produce anche chipset per schede grafiche sia per AMD che per nVidia. Alcuni produttori di computer come Alienware e Falcon Northwest vendono PC equipaggiati con schede madri MSI. MSI produce anche schede madri adatte all’overclocking. I prodotti MSI sono venduti al dettaglio, parti OEM, o ad altre aziende. Insomma, un vero e proprio colosso dell’IT, che nonostante questo è risultato non immune a possibili criticità.

Lo Swascan (Tinexta Cyber) Cyber Security Team, infatti, ha identificato almeno 3 vulnerabilità critiche sugli asset digitali di MSI identificate passivamente utilizzando il servizio Domain Threat Intelligence (DTI).

Come sono state rilevate le vulnerabilità

Durante dei controlli passivi su alcuni domini internet ben noti, tramite DTI, il Cyber Security Research Team di Swascan ha rilevato alcune importanti vulnerabilità su un IP specifico.

Le vulnerabilità rilevate erano:

B939cf 8cb403c5f87f48c6a775f36e32f1a8d3 Mv2
Sistema Domain Threat Intelligence (DTI) sviluppato da Swascan.

Il servizio remoto era vulnerabile alle vulnerabilità di tipo Arbitrary File Read, Password Disclosure e Remote Command Execution.

Un utente malintenzionato non autenticato potrebbe fare leva su queste vulnerabilità per divulgare importanti informazioni sulla configurazione del server e dell’applicazione, comprese le credenziali e infine ottenere l’accesso al server e alla sua rete interna.

Swascan ha consigliato a MSI di:

  • Correggere la vulnerabilità, limitando l’accesso in lettura solo alle directory e ai file previsti.
  • Crittografare le password nei file di configurazione quando possibile; Impostare correttamente i permessi dei file al fine di negare l’accesso in lettura/scrittura agli utenti non autorizzati.
  • Disabilitare l’accesso all’interfaccia di gestione da internet.

Il Commento del CEO di Swascan

Dopo aver redatto questa Disclosure, Swascan ha contattato MSI con tutti i dettagli e il PoC. Il vendor ha riconosciuto la vulnerabilità e l’ha prontamente corretta, ringraziando Swascan per il suo contributo.

“Le grandi aziende, per natura, sono ambienti complessi ed eterogenei. MSI non è diversa, un vasto perimetro può presentare una serie di complessità che potrebbero far scivolare alcune vulnerabilità attraverso la rete del proprio dipartimento di sicurezza. Ecco perché la cooperazione è così importante. Non appena abbiamo scoperto queste vulnerabilità, abbiamo contattato MSI e fornito prove e PoC per spiegare meglio le possibili conseguenze di questi CVE. Da parte loro, MSI è stata eccezionale nel ricevere e riconoscere il problema e nel lavorare insieme per risolvere il problema in linea con la migliore pratica di Vulnerability Disclosure. Ancora una volta, l’intero processo dimostra quanto sia diventata fondamentale la Cyber Threat Intelligence. Senza di essa, questa criticità sarebbe probabilmente rimasta dormiente per mesi o anche più a lungo, e avrebbe potuto essere trovata dal Criminal Hacker prima che il CIST avesse il minimo sentore che potesse essere un problema. La sicurezza informatica è prima di tutto prevenzione, non dobbiamo dimenticarlo…”

ha commentato il CEO Pierguido Iezzi.

Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

Immagine del sito
Redazione

La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
Amazon contro gli hacker nordcoreani: sventati oltre 1800 attacchi
Redazione RHC - 20/12/2025

Quando si pensa ad Amazon, viene subito in mente il colosso dell’e-commerce e della tecnologia, ma anche un’impresa che sta combattendo una battaglia silenziosa contro i cyber-attacchi. Ultimamente, Amazon ha alzato il velo su una…

Immagine del sito
Kimwolf, la botnet che ha trasformato smart TV e decoder in un’arma globale
Redazione RHC - 20/12/2025

Un nuovo e formidabile nemico è emerso nel panorama delle minacce informatiche: Kimwolf, una temibile botnet DDoS, sta avendo un impatto devastante sui dispositivi a livello mondiale. Le conseguenze di questa minaccia possono essere estremamente…

Immagine del sito
35 anni fa nasceva il World Wide Web: il primo sito web della storia
Redazione RHC - 20/12/2025

Ecco! Il 20 dicembre 1990, qualcosa di epocale successe al CERN di Ginevra. Tim Berners-Lee, un genio dell’informatica britannico, diede vita al primo sito web della storia. Si tratta di info.cern.ch, creato con l’obiettivo di…

Immagine del sito
ATM sotto tiro! 54 arresti in una gang che svuotava i bancomat con i malware
Redazione RHC - 20/12/2025

Una giuria federale del Distretto del Nebraska ha incriminato complessivamente 54 persone accusate di aver preso parte a una vasta operazione criminale basata sull’uso di malware per sottrarre milioni di dollari dagli sportelli automatici statunitensi.…

Immagine del sito
Curtis Yarvin: quando il problema non è la democrazia, ma l’ipocrisia del potere digitale
Sandro Sana - 20/12/2025

Curtis Yarvin non è un hacker, non è un criminale informatico e non è nemmeno, in senso stretto, un esperto di cybersecurity. Eppure il suo pensiero dovrebbe interessare molto più di quanto faccia oggi chi…