Redazione RHC : 22 Marzo 2025 22:22
Uno studio condotto dai ricercatori della Duke University, della Carnegie Mellon, dell’Università di Oxford e di Yale mette in discussione la possibilità di utilizzare l’intelligenza artificiale per prendere decisioni morali al momento dell’assegnazione dei reni ai donatori.
Nell’articolo preprint “L’intelligenza artificiale può modellare le complessità del processo decisionale morale umano? Uno studio qualitativo sulle decisioni di allocazione renale” In un’analisi dettagliata di oltre 18.000 parole, gli autori Vijay Keswani, Vincent Conitzer, Walter Sinnott-Armstrong, Breanna K. Nguyen, Hoda Heidari e Jana Schaich Borg esplorano se l’intelligenza artificiale può replicare le sfumature delle decisioni morali umane.
I dati dei National Institutes of Health mostrano che negli Stati Uniti oltre 800.000 pazienti dipendono regolarmente dalla dialisi o dal trapianto, mentre la National Kidney Foundation segnala 12 decessi al giorno dovuti alla mancanza di un organo idoneo. Allo stesso tempo, fino al 20% dei reni dei donatori rimane inutilizzato, il che solleva la questione della necessità di ottimizzare l’allocazione delle risorse.
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Lo studio ha incluso interviste con 20 partecipanti non medici. È stato chiesto ai soggetti di determinare quali pazienti sarebbero stati idonei a un trapianto, dato il previsto aumento dell’aspettativa di vita. I risultati hanno mostrato che alcuni partecipanti favorivano le persone più giovani, mentre altri temevano discriminazioni nei confronti delle persone più anziane; alcuni ritenevano inoltre che lo stile di vita del paziente dovesse svolgere un ruolo decisivo.
L’analisi conferma che il processo di scelta morale è dinamico e mutevole, il che lo rende difficile da riprodurre negli algoritmi.
Nonostante il potenziale dell’intelligenza artificiale nell’eliminare gli errori cognitivi e ridurre l’impatto dei pregiudizi umani, gli esperti sottolineano che le tecnologie attuali non sono in grado di modellare completamente il processo decisionale etico ideale e dovrebbero servire solo come strumenti ausiliari, lasciando l’ultima parola agli specialisti.
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