Redazione RHC : 31 Agosto 2023 19:24
È una mattina come tante a Pederobba, ma al quartier generale dell’azienda Northwave, il caos regna sovrano. I computer sono fuori uso, la rete è paralizzata, e l’intera attività aziendale è bloccata.
La Northwave, come riporta Tribuna Treviso, ha subito un attacco informatico, un attacco pesante che ricorda gli episodi accaduti a nomi noti come Benetton, Geox e Luxottica, solo per citare alcune delle vittime di questa crescente minaccia.
I tecnici si trovano di fronte a ore e giorni di lavoro febbrile per cercare di ripristinare l’infrastruttura digitale che sostiene l’attività. La speranza è di salvare ciò che è possibile grazie ai server di backup offline.
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Nel frattempo, mentre si attende una soluzione, tutti i dipendenti sono stati lasciati a casa.
Le ferie sono state improvvisamente programmate, e la centralinista risponde al telefono con gentilezza, confermando la situazione: “Siamo solamente io e il tecnico informatico qui in ufficio, gli altri, una trentina, sono tutti a casa.”
Ma cosa sta accadendo veramente?
L’azienda preferisce non commentare ufficialmente, limitandosi a definire l’attacco in corso una “situazione antipatica”. Tuttavia, anche se non confermate dall’azienda, parlano di una richiesta di riscatto di duecentomila euro da parte degli hacker per “sbloccare” la rete.
Northwave è una delle aziende di punta nel distretto montebellunese dello sportsystem. Fondata nel 1971 da Gianni Piva come calzaturificio a suo nome, inizialmente produceva scarponi da sci e da snowboard. Tuttavia, negli anni Novanta, Northwave ha lanciato il suo marchio per lo snowboard, ottenendo un successo straordinario e trasformandosi nell’azienda che conosciamo oggi.
Le precauzioni includono l’adozione di una mentalità “zero trust” – non fidarsi di nessuno – e investire in tecnologia e formazione del personale. L’errore o la negligenza umana possono causare danni ancora più gravi di un attacco informatico.
Dopo un attacco, ripulire il sistema digitale dai malware è una sfida complessa, spesso richiede la ricostruzione completa dei server e dei computer, garantendo che il cryptolocker non sia ancora presente sulla rete. Gli attacchi informatici spesso rimangono silenziosi per mesi, in quello che viene chiamato la “finestra di compromissione.”
In conclusione, l’attacco informatico che ha colpito la Northwave è un potente promemoria dell’importanza della sicurezza informatica in un mondo digitalizzato.
Nessuna azienda è immune dagli attacchi cibernetici, ma la preparazione, la collaborazione e l’investimento in sicurezza possono fare la differenza tra il successo e il fallimento nel ripristino dell’attività. La storia della Northwave ci ricorda che la sicurezza informatica è una sfida costante e che la cooperazione è fondamentale per affrontarla con successo.
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