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Cybercognitivismo

La rubrica “Cybercognitivismo” ti permette di imparare a difenderti e di capire come lavora un CISO / Security Manager.

Esploreremo il mondo affascinante e spesso invisibile dei bias cognitivi e della manipolazione che spesso subiamo senza rendercene conto, attraverso un percorso guidato che passa da esempi reali e strategie pratiche tratte dal “Manuale CISO Security Manager” e da “Cybercognitivismo 2.0: Manipolazione, Persuasione e Difesa Digitale”.

La cybersicurezza non è solo tecnologia e firewall: è prima di tutto una battaglia contro le nostre stesse menti. I bias cognitivi – quelle scorciatoie mentali che ci fanno pensare “tanto non ho nulla da nascondere” o “faccio attenzione” – sono l’anello debole che i criminali sfruttano per colpire individui, aziende e interi sistemi. In un’era di attacchi sempre più sofisticati, comprendere la psicologia dietro le vulnerabilità umane è essenziale per difendersi davvero.

L’Italia è un terreno fertile per questi predatori digitali. Qui, dove la digitalizzazione corre veloce ma le competenze multidisciplinari arrancano, abbiamo urgente bisogno di professionisti e cittadini consapevoli che trasformino i bias cognitivi negli alleati che rendono la sicurezza più resiliente.

In linea con il manifesto di Red Hot Cyber, questa rubrica incentiva lo studio e la divulgazione scientifica, con articoli che partono dai concetti base come il cosiddetto “Effetto Google” o “Amnesia Digitale”, per arrivare a temi complessi quali le strategie organizzative e la formazione comportamentale nelle organizzazioni pubbliche e private.
Il Cybercognitivismo ha bisogno di te per rendere la cybersicurezza una scienza umana, non solo tecnica. Buona lettura.

A cura di Fabrizio Saviano.

  • La corsa alla cybersicurezza è partita e l’Italia corre con le scarpe legate.
  • La cybersicurezza è democratica: lo stesso virus colpisce multinazionali e casalinghe
  • Bias cognitivi e cybersecurity: “non ho nulla da nascondere” è pericoloso