Michele Pinassi : 3 Maggio 2024 08:45
Si può dichiarare per legge che una password troppo semplice è illegale? Per quanto possa sembrare, ad una prima lettura, una mossa stravagante, il governo inglese ha appena –per primo al mondo– promulgato una nuova legge che dichiara illegale l’uso di password troppo semplici nei dispositivi informatici, tra cui i devices IoT che ormai invadono le abitazioni degli Inglesi (e di gran parte del resto del mondo, Italia inclusa).
World-first laws protecting UK consumers and businesses from hacking and cyber-attacks take effect today;
manufacturers of products such as phones, TVs and smart doorbells are now required to implement minimum security standards against cyber threats;
consumers will benefit from banning of easily guessable default passwords, marking a significant leap in protecting individuals, society and the economy from cyber criminals;
Con la nuova normativa, i produttori di dispositivi informatici che vogliono vendere sul mercato inglese dovranno evitare l’uso di password troppo banali come ‘admin’ o ‘12345’, chiedendo all’utente –se necessario– di impostare una credenziale sicura al primo avvio.
Il mondo dei dispositivi Internet of Things (IoT), sempre più presente nelle nostre abitazioni, rappresenta una superficie di attacco molto vasta e con criticità che vanno dall’uso di credenziali troppo banali a protocolli di comunicazione non sicuri, favorendone l’uso improprio da parte del malware. Proprio nel 2016 l’ondata di attacchi DDoS da parte della botnet Mirai, che sfruttava vulnerabilità comuni nei dispositivi IoT (oltre 600.000 dispositivi violati) per scatenare attacchi mirati di incredibile potenza che causarono problemi a piattaforme come Twitter, Netflix, Reddit, CNN…, con costi quantificabili nell’ordine di milioni di dollari.
Distribuisci i nostri corsi di formazione diventando un nostro Affiliato
Se sei un influencer, gestisci una community, un blog, un profilo social o semplicemente hai tanta voglia di diffondere cultura digitale e cybersecurity, questo è il momento perfetto per collaborare con RHC Academy. Unisciti al nostro Affiliate Program: potrai promuovere i nostri corsi online e guadagnare provvigioni ad ogni corso venduto. Fai parte del cambiamento. Diffondi conoscenza, costruisci fiducia, genera valore.
Contattaci tramite WhatsApp al 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure scriviti alla casella di posta [email protected]
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
La compromissione da malware non è l’unico problema causato dall’uso di password troppo banali: come abbiamo già discusso in altri articoli, sempre su questo blog, a rischio è anche la nostra privacy, attraverso gli “occhi elettronici” (telecamere) di dubbia qualità che installiamo nelle nostre abitazioni e che, se non opportunamente configurati e protetti, espongono la nostra quotidianità in Rete. Sul sito web Insecam.org, che ricerca e censisce le webcam che trasmettono, senza protezione alcuna, le immagini in Rete l’Italia è oggi il quarto Paese più presente, con 271 flussi video che trasmettono piazzali privati, campi da calcio, negozi…
Chiaramente la problematica non è solamente per dispositivi di uso commerciale: anche e soprattutto i dispositivi professionali, usati per la gestione di impianti industriali o civili, è bene che siano adeguatamente protetti e tutelati da utilizzi indebiti.
A dirla tutta, comunque, requisiti che vanno nella direzione dell’enforcing delle credenziali esistono già anche in Italia. Seppure specifica per le credenziali amministrative, il controllo “Agid Basic Security Control(s)” 5-7-2 nelle “Misure minime di Sicurezza ICT per le PA” prevede chiaramente che si debba “Impedire che per le utenze amministrative vengano utilizzate credenziali deboli“, oltre ad altri criteri come l’uso di MFA e password aging. Oltre a rilevare, in altri controlli, la necessità di individuare vulnerabilità comuni nei dispositivi connessi alla Rete (tra cui l’uso di credenziali deboli o di default).
La novità della normativa appena promulgata dal governo UK è ribaltare l’onere di garantire un livello minimo di cybersicurezza (quantomeno per le credenziali) sul costruttore e non sull’utilizzatore finale.
Concludendo, ammetto di apprezzare l’iniziativa e mi auguro che si arrivi presto a una definizione almeno Europea di standard minimi obbligatori di sicurezza sui dispositivi informatici in uso: una mossa che reputo essenziale per innalzare la tanto declamata “postura cyber” nazionale a un livello meno “sbracato” di quello che purtroppo abbiamo oggi.
Nel mese di aprile 2025, una valvola idraulica di una diga norvegese è stata forzatamente aperta da remoto per diverse ore, a seguito di un attacco informatico mirato. L’episodio, riportat...
Sul forum underground russo XSS è apparso un post che offre una “Collection di Lead Verificati Italia 2025” con oltre 1 milione di record. Questo tipo di inserzioni evidenzia la con...
Nel cuore dei conflitti contemporanei, accanto ai carri armati, ai droni e alle truppe, si combatte una guerra invisibile, silenziosa e spesso sottovalutata: la cyber war. Non è solo uno scenario...
Le autorità iberiche sono impegnate in un’indagine riguardante un pirata informatico che ha divulgato informazioni sensibili relative a funzionari pubblici e figure politiche di spicco. Tr...
Un insolito esempio di codice dannoso è stato scoperto in un ambiente informatico reale , che per la prima volta ha registrato un tentativo di attacco non ai classici meccanismi di difesa, ma dir...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006