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FBI smantella la botnet Moobot: la guerra contro la cybercriminalità continua!

Redazione RHC : 17 Febbraio 2024 15:26

L’FBI ha annunciato la distruzione della botnet Moobot, composta da centinaia di router SOHO. Le autorità statunitensi hanno collegato la botnet al gruppo APT28 e affermano che è stata utilizzata per proxy di traffico dannoso, spear-phishing e furto di credenziali.

La botnet era composta da centinaia di router Ubiquiti Edge OS infettati dal malware Moobot, controllato dal gruppo APT28 (alias Fancy Bear, Forest Blizzard, Sednit). È stato riferito che gli obiettivi degli hacker erano gli Stati Uniti e altri governi, organizzazioni militari, strutture di sicurezza e aziendali.

Sui router del sistema operativo Ubiquiti Edge hackerati, l’FBI ha trovato una varietà di strumenti e artefatti, dagli script Python per raccogliere credenziali webmail e programmi per rubare digest NTLMv2, a regole di routing personalizzate che reindirizzavano il traffico di phishing all’infrastruttura desiderata.

L’FBI sottolinea che il malware è stato rimosso dai dispositivi infetti nell’ambito dell’operazione Dying Ember autorizzata dal tribunale. Pertanto, le forze dell’ordine sono state in grado di ottenere l’accesso remoto ai router, eliminare Moobot e cancellare file rubati e dannosi. Anche l’accesso remoto ai dispositivi è stato bloccato per impedire agli hacker di infettarli nuovamente.

Va notato che ora i proprietari dei router possono annullare le modifiche apportate dall’FBI ripristinando i dispositivi alle impostazioni di fabbrica o accedendovi localmente. Tuttavia, le forze dell’ordine avvertono che il ripristino delle impostazioni di fabbrica può esporre i dispositivi al rischio di reinfezione.

Ricordiamo che nel gennaio di quest’anno le autorità americane hanno segnalato l’eliminazione di un’altra botnet associata al gruppo di hacker cinese Volt Typhoon. Anche questa botnet era costituita principalmente da router SOHO infetti e veniva utilizzata per eludere il rilevamento durante  gli attacchi contro le infrastrutture critiche degli Stati Uniti.

Redazione
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