Daniela Farina : 1 Ottobre 2025 10:11
Nella cyber arena c’è una criticità che non abbiamo ancora patchato: il nostro firewall emotivo.
Questo non è un problema di rete, ma un blocco mentale collettivo.
Siamo chiamati a smantellare la nostra percezione dell’errore e a riconoscerlo non come un fallimento sistemico, ma come il data-set più prezioso per il nostro apprendimento continuo.
Scarica Gratuitamente Byte The Silence, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber"Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi". Così si apre la prefazione del fumetto di Massimiliano Brolli, fondatore di Red Hot Cyber, un’opera che affronta con sensibilità e realismo uno dei temi più urgenti della nostra epoca. Distribuito gratuitamente, questo fumetto nasce con l'obiettivo di sensibilizzare e informare. È uno strumento pensato per scuole, insegnanti, genitori e vittime, ma anche per chi, per qualsiasi ragione, si è ritrovato nel ruolo del bullo, affinché possa comprendere, riflettere e cambiare. Con la speranza che venga letto, condiviso e discusso, Red Hot Cyber è orgogliosa di offrire un contributo concreto per costruire una cultura digitale più consapevole, empatica e sicura. Contattaci tramite WhatsApp al numero 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure alla casella di posta [email protected] ![]() Supporta RHC attraverso:
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Per noi che viviamo sotto la costante pressione della vulnerabilità e del bug, questa trasformazione mentale non è un lusso: è la chiave per prevenire il burnout e forgiare una resilienza inattaccabile.
Vediamo nello specifico come applicare i nostri principi di sicurezza alla nostra architettura interiore.
Abituati alla logica del codice, tendiamo a estendere questa ricerca di perfezione alla nostra identità personale, percependo ogni errore umano come un attacco diretto alla nostra competenza.
La soluzione: dobbiamo accettare che il comportamento umano è intrinsecamente caotico e non sempre prevedibile. Impariamo a vedere la nostra vita come un processo di Continuous Integration/Continuous Delivery (CI/CD), dove gli incidenti e gli errori sono semplicemente log di eventi che alimentano e migliorano il ciclo di sviluppo successivo.
La nostra azione: trasformiamo gli errori personali e chiediamoci: “Quali dati ricaviamo da questa esperienza per il nostro refactoring futuro?”
Il nostro valore non è in discussione; esclusivamente il deploy ha bisogno di una correzione.
Zero Trust è la nostra regola d’oro nell’architettura di sicurezza.
“E se applicassimo lo stesso rigore alla nostra auto-valutazione”?
Il concetto: adottiamo lo Zero Trust anche verso la nostra pretesa di infallibilità.
Verifichiamo la nostra capacità di recupero. Gli errori sono il delta necessario per la crescita.
Il vero successo non è l’assenza di cadute, ma la rapidità con cui ci rialziamo.
La nostra azione: lavoriamo per sviluppare un basso MTTR (Mean Time to Recovery) emotivo.
Quando commettiamo un errore, dobbiamo isolare immediatamente il senso di colpa o la vergogna e automatizzare il rollback: chiediamo scusa, concediamoci un respiro di pausa e correggiamo immediatamente il tiro.
Usiamo le nostre affinate competenze analitiche per condurre un’analisi consapevole delle nostre reazioni emotive più intense (vergogna, rabbia, ansia).
Abbracciamo l’idea: l’errore non è un punto di arrivo, ma un catalizzatore.
Siamo come un modello di machine learning che si addestra continuamente: gli errori non sono bug, ma dati preziosi che forniscono il feedback necessario per regolare le nostre abitudini e le nostre credenze.
Questo approccio ci renderà non solo più resilienti e predittivi nel lavoro, ma anche individui più equilibrati e capaci di navigare nell’inevitabile caos dell’esistenza.
È ora di disinstallare quel firewall: la nostra crescita dipende dal traffico che siamo disposti a lasciar passare!
Per concretizzare questo cambio di prospettiva e passare da una mentalità difensiva a una generativa, poniamoci le seguenti domande:
In un settore un tempo dominato da star dal vivo, i personaggi digitali si stanno facendo sempre più strada. Durante un summit a Zurigo, Ellin van der Velden, attrice, comica e tecnologa, ha annuncia...
La Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) degli Stati Uniti ha aggiunto una vulnerabilità critica nella popolare utility Sudo, utilizzata su sistemi Linux e Unix-like, al suo catalog...
Negli ultimi anni gli attacchi informatici sono diventati una delle principali minacce per le aziende, indipendentemente dal settore. Se i reparti tecnici si concentrano sulla risoluzione dei problemi...
Nel 2025 l’Unione Europea vuole avere il controllo totale sulle chat private. Il Regolamento “Chat Control” (proposta COM(2022)209) promette di combattere la pornografia minorile con la scansion...
Qualche produttore di spyware starà probabilmente facendo ginnastica… strappandosi i capelli. Ma ormai è il solito teatrino: c’è chi trova, chi incassa, chi integra e poi arriva il ricercatore ...