Redazione RHC : 22 Giugno 2023 08:35
Le case automobilistiche raccolgono enormi quantità di dati sui conducenti e sui loro viaggi, ma non sempre rivelano come utilizzano i dati e con chi li condividono. Ciò sta sollevando preoccupazioni tra gli esperti di sicurezza e privacy che chiedono maggiore trasparenza e controllo da parte dei consumatori.
Privacy4Cars ha rilasciato un nuovo strumento chiamato “Rapporto sulla privacy del veicolo” che mostra quali informazioni possono essere raccolte su un particolare veicolo. Inserendo il VIN del veicolo, l’utente può vedere ciò che le case automobilistiche potrebbero sapere. Si stima che le automobili possano produrre 25 GB di dati all’ora.
Un nuovo rapporto WIRED analizza le politiche sulla privacy di 26 importanti marchi automobilistici tra cui Toyota , Honda, Ford e Tesla. Il rapporto mostra che la maggior parte delle aziende raccoglie dati su posizione, velocità, accelerazione, frenata, svolta e altri parametri di guida. Alcune aziende raccolgono anche dati sulla salute del veicolo come livelli di carburante, pressione dei pneumatici ed errori del motore. Inoltre, alcune case automobilistiche potrebbero accedere ai dati da dispositivi connessi come smartphone, tablet o dispositivi di navigazione.
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«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi».
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Con la speranza che venga letto, condiviso e discusso, Red Hot Cyber è orgogliosa di offrire un contributo concreto per costruire una cultura digitale più consapevole, empatica e sicura.
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Gli esperti di sicurezza e privacy affermano che le case automobilistiche devono essere più aperte e responsabili sui dati dei conducenti.
Gli esperti chiedono inoltre la creazione di standard e quadri normativi comuni per proteggere i diritti dei consumatori sui propri dati. I consumatori dovrebbero avere il diritto di sapere quali dati vengono raccolti su di loro e come vengono utilizzati, ed essere in grado di controllare la loro privacy e sicurezza, hanno affermato i ricercatori.
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