Redazione RHC : 7 Settembre 2023 15:12
Spesso parliamo di sicurezza informatica e dell’importanza oggi di un completo programma cyber. Oggi invece ci concentreremo sull’analizzare una altro punto importante nella professione dell’esperto di sicurezza informatica: lo stress.
Molti aspiranti professionisti della sicurezza informatica sognano di stabilirsi saldamente nel settore e un giorno persino di assumere una posizione di leadership diventando CISO in qualche grande azienda. Tuttavia, prima di lottare nella crescita professionale e una maggiore responsabilità, dovresti essere consapevole di tutte le insidie che affliggono il settore, delle quali spesso se ne parla poco.
Lavorare nel settore della sicurezza informatica comporta uno stress significativo e un rischio di burnout, che incide negativamente sulla salute mentale della maggior parte dei dipendenti sia in posizioni manageriali che non manageriali.
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Con l’inizio della pandemia di coronavirus nel 2020, molti professionisti hanno dovuto affrontare un forte aumento del carico di lavoro e delle responsabilità. Lavorando da casa fino a 80 ore settimanali e in condizioni di crescente stress, molti di loro hanno iniziato a sperimentare un grave burnout.
Nel campo della sicurezza informatica, secondo gli esperti, da tempo si registra una vera e propria tendenza al burnout, alla depressione e ad altri problemi di salute mentale. Letteralmente, è possibile contare sulle dita di una mano gli specialisti che si sentono a proprio agio mentalmente ed emotivamente.
I problemi di salute mentale dei professionisti della sicurezza informatica vengono sempre più sollevati nelle conferenze e nei forum di settore. Numerosi studi confermano solo l’aumento dello stress e dell’esaurimento emotivo tra gli specialisti informatici.
Così, un sondaggio del 2022 , condotto da Tines, ha registrato un elevato livello di stress nel 66% degli intervistati e uno su cinque presentava segni di dipendenza da alcol. Tra i fattori che aggravano la situazione ci sono gli attacchi informatici diventati più frequenti negli ultimi anni, l’aumento delle responsabilità e il lavoro da casa. I veterani del settore caratterizzano la loro professione come un “tritacarne“, macinando senza pietà le persone.
Gli esperti sottolineano ripetutamente che lo stress e la tensione legati alla sicurezza informatica possono superare quelli dei lavori tradizionali, anche con livelli di responsabilità più elevati. Allo stesso tempo, il settore non dispone ancora delle risorse per fornire assistenza qualificata ai dipendenti con problemi di salute mentale.
Secondo le previsioni di Gartner, entro il 2025, quasi la metà dei professionisti della sicurezza informatica, soprattutto in posizioni di leadership, cambierà lavoro, e un quarto cambierà addirittura professione, principalmente a causa del forte stress e del burnout professionale.
Per rompere lo stigma consolidato, la comunità informatica porta regolarmente questo argomento alla discussione pubblica. Piattaforme educative e risorse su questioni di supporto psicologico compaiono in conferenze specializzate.
Pertanto, il problema del burnout professionale e dello stress eccessivo tra gli specialisti della sicurezza informatica è particolarmente acuto e richiede una soluzione tempestiva sia a livello delle singole aziende che del settore nel suo complesso.
Naturalmente, alcune aziende cercano di aiutare i propri dipendenti introducendo gruppi di supporto, corsi di consapevolezza e altri programmi simili. Tuttavia, gli esperti ritengono che ciò non sia sufficiente.
Fino a quando i leader aziendali non inizieranno a dare priorità alla salute e al benessere dei propri dipendenti fornendo assicurazioni, ferie garantite e orari di lavoro regolari, la situazione non cambierà radicalmente.
Sicuramente ci sono in atto dei cambiamenti positivi nella cultura del lavoro degli specialisti informatici e, con il cambiamento delle generazioni, la situazione sta gradualmente cambiando in meglio.
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