
Redazione RHC : 15 Aprile 2025 07:16
A seguito dell’operazione Endgame, le forze dell’ordine hanno identificato i clienti della botnet Smokeloader e hanno segnalato l’arresto di almeno cinque persone. Ricordiamo che l’operazione Endgame è stata condotta l’anno scorso e vi hanno preso parte rappresentanti delle forze di polizia di Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Danimarca e Paesi Bassi.
Inoltre, esperti di Bitdefender, Cryptolaemus, Sekoia, Shadowserver, Team Cymru, Prodaft, Proofpoint, NFIR, Computest, Northwave, Fox-IT, HaveIBeenPwned, Spamhaus e DIVD hanno fornito informazioni operative alle autorità, condividendo con le forze dell’ordine informazioni sull’infrastruttura della botnet e sul funzionamento interno del malware.
All’epoca, fu segnalato che erano stati sequestrati più di 100 server utilizzati dai principali downloader di malware, tra cui IcedID, Pikabot, Trickbot, Bumblebee, Smokeloader e SystemBC. Tali dropper vengono utilizzati per ottenere l’accesso iniziale ai dispositivi delle vittime e per distribuire payload aggiuntivi.
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In un nuovo comunicato stampa pubblicato questa settimana dall’Europol si afferma che l’operazione è in corso e che le forze dell’ordine stanno analizzando i dati provenienti dai server sequestrati e rintracciando i client del malware in questione.
Gli investigatori affermano che Smokeloader era gestito da un individuo noto come Superstar, che offriva la sua botnet ad altri aggressori come servizio a pagamento per l’installazione, al fine di ottenere l’accesso ai computer delle vittime. “A seguito di una serie di azioni coordinate, i clienti della botnet Smokeloader, gestita dall’aggressore noto come Superstar, hanno dovuto affrontare conseguenze quali detenzioni, perquisizioni domiciliari, mandati di arresto e colloqui preventivi”, ha affermato Europol.
Si dice che Smokeloader sia stato utilizzato anche per un’ampia gamma di reati informatici, dall’impiego di ransomware all’esecuzione di miner, fino all’accesso alle webcam e all’intercettazione delle sequenze di tasti premuti sui computer delle vittime.
Un database sequestrato durante l’operazione Endgame conteneva i dettagli dei clienti di Smokeloader, consentendo alla polizia di identificare gli hacker collegando i loro nickname alle identità reali. Si è notato che alcuni degli indagati hanno accettato di collaborare con le forze dell’ordine e hanno consentito che venissero esaminate le prove digitali presenti sui loro dispositivi personali. Molti di loro rivendevano i servizi di Smokeloader con un sovrapprezzo.
Mentre l’operazione prosegue, Europol ha creato un sito web dedicato per pubblicare le ultime notizie a riguardo. L’Europol ha inoltre pubblicato sul suo sito web una serie di video animati che mostrano le attività degli agenti delle forze dell’ordine e il modo in cui rintracciano i clienti e i partner di Smokeloader.
Redazione
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