
La Polizia di Stato ha arrestato una cittadina russa appartenente ad un’organizzazione criminale transnazionale dedita alle frodi informatiche di ultima generazione, alla ricettazione ed al riciclaggio.
Gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno ottenuto l’aggravamento degli arresti domiciliari e hanno arrestato nuovamente la donna di 40 anni cittadina russa.
La donna era già stata arrestata nel capoluogo ligure nel mese di ottobre 2021 come avevamo riportato in precedenza su RHC.
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Nella vita di tutti i giorni si nascondeva dietro alla parvenza di una tranquilla madre di famiglia, in realtà si tratta di un’avvenente esperta hacker: un ingegnere informatico con la passione per il crimine e le cryptovalute.
Il Tribunale di Genova, nel mese di marzo 2022, aveva concesso alla donna gli arresti domiciliari presso un’associazione di volontariato del centro genovese impegnata nel recupero dei detenuti. Le particolari attitudini, l’alto profilo criminale, hanno indotto gli investigatori della Polizia Postale a pianificare stretti contatti con la struttura presso la quale “l’ingegnere” era stata posta agli arresti domiciliari.
Le continue richieste della donna di poter utilizzare un telefono o un computer hanno ulteriormente insospettito gli investigatori, che hanno predisposto delle attività tecniche di intercettazione ambientali e telematiche.
Da queste si è potuto avere la certezza che la donna, nonostante fosse agli arresti domiciliari aveva da subito cercato di riorganizzarsi, iniziando nuovamente a commettere frodi informatiche a danno di ignari cittadini.
L’hacker ha oltremodo dimostrato la propria capacità criminale avvedendosi dell’intercettazione telematica procedendo ripetutamente in continui tentativi di eludere le investigazioni e di cancellare le prove a proprio carico.
Nel corso della perquisizione domiciliare, gli esperti della Sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale hanno sequestrato numeroso materiale, tra l’altro reperito dalla donna durante la detenzione domiciliare, che è tuttora sottoposto ad esame per ulteriori risvolti investigativi.
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