Redazione RHC : 20 Agosto 2025 19:30
Un Initial Access Broker mette in vendita accesso ai server di Nike USA in un celebre forum underground.
Un post apparso recentemente su un forum del dark web ha sollevato nuove preoccupazioni in merito alla sicurezza delle grandi aziende internazionali. Un Initial Access Broker (IAB), ovvero un attore specializzato nella compromissione e nella rivendita di accessi a reti aziendali, ha dichiarato di avere a disposizione credenziali o punti di ingresso validi per i sistemi di Nike USA oppure, di un suo fornitore di terze parti.
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Gli Initial Access Broker rappresentano una figura centrale nell’ecosistema del cybercrime. La loro attività consiste nel compromettere le infrastrutture informatiche di aziende – tramite phishing, exploit di vulnerabilità, credenziali rubate o attacchi brute force – per poi rivendere questi accessi sul dark web.
Gli acquirenti possono essere gruppi ransomware, criminali interessati al furto di dati sensibili, oppure attori che sfruttano questi punti di ingresso per muoversi lateralmente all’interno delle reti e lanciare attacchi mirati.
Di fatto, gli IAB abbassano la barriera d’ingresso al cybercrimine: chiunque abbia le risorse economiche per acquistare un accesso iniziale può bypassare la fase più complessa di un attacco, accelerando la compromissione dell’obiettivo.
Il messaggio è stato pubblicato da un utente con nickname NetworkBrokers, che nel forum gode di uno status di alto livello (“GOD”) e vanta una reputazione positiva.
Nel post, datato 25 agosto 2025 alle 03:55 AM, l’utente scrive:
> “Hi,
We are selling Initial Access to Nike USA.”
Il testo, molto sintetico, è accompagnato dal logo ufficiale della multinazionale statunitense. Non vengono riportati dettagli tecnici sull’accesso in vendita (ad esempio tipologia, livello di privilegi, modalità di accesso o prezzo richiesto). Tuttavia, il semplice annuncio è sufficiente per attirare l’attenzione degli attori malevoli in cerca di nuove opportunità di attacco.
Non è chiaro se l’accesso offerto riguardi direttamente i sistemi di Nike USA o se sia legato a un fornitore terzo che collabora con l’azienda. In entrambi i casi, l’impatto potenziale è significativo: nel primo scenario l’attacco colpirebbe direttamente l’organizzazione, nel secondo potrebbe generare un effetto domino tipico delle supply chain attacks, che sfruttano i legami con partner esterni meno protetti per penetrare in infrastrutture di alto profilo.
La comparsa di un annuncio simile conferma ancora una volta come i grandi brand globali siano costantemente nel mirino della criminalità informatica e come la filiera di fornitori e partner possa rappresentare un anello debole nella difesa.
Se confermato, l’accesso messo in vendita potrebbe essere sfruttato da cyber gang per future campagne ransomware o di data exfiltration.
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