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Scimpanzè informatico italiano

Rinascimento Cyber: Da “Scimpanzé” Ad Esperti di Cybersecurity. Gli Italiani nel Settore IT

Roberto Villani : 10 Febbraio 2025 07:31

“Ciao Roberto, mi hanno scritto da questa azienda per un colloquio conoscitivo e poi grazie ai tuoi suggerimenti ho svolto il colloquio ed è stato positivo. Ti ringrazio.”

Molti di voi diranno, se va beh, ci credo! Oppure, ecco il solito articolo per agganciare qualcuno. Ed invece dovete crederci, un po perché la realtà di Red Hot Cyber è sotto gli occhi di tutti, un po’ perché non scrivendo molto per RHC, visto l’enorme mole di specialisti che ruotano intorno al cyber spazio, come satelliti impazziti, ho preferito restare dietro le quinte, anche con il dispiacere del padre di questo blog, cui mi lega amicizia e stima.

E propio in virtù di questo legame, vorrei raccontarvi la storia di E., che partecipante alla nostra ultima conferenza del 2024, ha voluto conoscermi personalmente e conoscere chi c’era dietro RHC, e conoscere tutti i nostri Ethical Hacker.

Il suo entusiasmo quel giorno lo ricordo benissimo, successivamente ci siamo incontrati per parlare di un po’ di tutto, dei temi a me cari quali la cyber intelligence, le strategie geopolitiche, i risvolti drammatici che possono nascere con una pessima consapevolezza del mondo cyber, nelle aziende di ogni tipo e settore.

Ricordo che qualche tempo prima della conferenza, molti italiani appassionati di cyber security, venivano definiti Scimpanzé dalla cyber community internazionale e soprattutto cyber-criminale, per via dell’arretratezza nella preparazione nel settore dell’IT.

In parte questa definizione aveva una sua ragione perché come ho scritto in passato, la nostra scolarizzazione informatica ha subito ed ancora subisce, influenze esterne più ideologiche che di necessità. Forse sono più necessità di altri, spesso nostri alleati, a volerci indietro nella formazione scolastica del settore IT, ma anche la politica nostrana dimostra di subire queste pressioni, perché basta scorrere indietro le pagine delle legislature che abbiamo avuto in parlamento e vedere come molti “soloni” promettendo la conquista di vantaggi, in realtà abbiano solo favorito la distruzione dell’industria italiana del settore IT.

Da quel famoso 1968 che qualcuno ha definito “meraviglioso” ad oggi, non c’è mai stata una vera azione di protezione e tutela, di pianificazione o previsione strategica del settore tecnologico informatico. Nel corso degli anni abbiamo perso terreno rispetto ai paesi di tutto il mondo. La nostra poco fortunata (per noi) posizione geografica al centro del Mediterraneo è sempre stata attraente per le potenze mondiali, e questo non abbiamo saputo mai sfruttarlo a nostra vantaggio.

Se oggi parliamo di scandali per intrusioni nei cellulari di personaggi noti, di attacchi malware alle nostre infrastrutture, di ingerenza nelle decisioni utili per il vantaggio economico nazionale, è perché in passato abbiamo ceduto spazi ai nostri vicini, o peggio agli “amici” di partito che magari finanziavano campagne elettorali, promettendoci futuri radiosi alla luce delle stelle.

Ed allora in tutto questo io vedo in maniera positiva le parole di E. che in un sms condivideva con me la sua gioia. Ho letto, nelle parole del suo messaggio una felicità immensa, perché l’azienda che lo ha chiamato non è una piccola azienda – con tutto rispetto per i piccoli imprenditori, che so essere centinaia nel settore cyber – ma una azienda importante di respiro internazionale e italiana, che conosce benissimo i pericoli futuri di una scarsa protezione cyber.

Ho visto in quei messaggi, come sia cresciuto anzi come si sia evoluto lo “scimpanzé” italiano senza lunghe attese, o ere informatiche. Vedo un rinascimento cyber nei nostri ragazzi che ogni anno riusciamo a coinvolgere nelle conferenze di RHC, che potrà essere un valore aggiunto e forse un indicatore per tutti quei paesi che credono di gestire il nostro paese da remoto, come fecero in passato utilizzando molti dei nostri concittadini, oggi titolari di piazze, strade o monumenti nelle grandi città.

La storia di questo nostro amato paese è piena di “suggeritori italiani”, che agivano per conto terzi sempre interessati alla nostra posizione geografica, al fine di indirizzare la politica sociale e quella delegata al governo. Anche oggi in questo mondo digitalizzato e nel nostro recente passato sotto la pressione della pandemia, abbiamo pagato a caro prezzo queste ingerenze, ed il ritardo tecnologico accumulato, è ogni anno evidente.

In aggiunta a questo deficit di amore per l’Italia, subiamo anche il calo demografico, vero nemico della nostra crescita, che ci impedisce di avere peso politico nei confronti di altri paesi. Paghiamo scelte politiche sbagliate che hanno distrutto i settori essenziali utili per il lavoro, la famiglia e la società in generale; scelte che invece di favorire una crescita demografica, ne hanno deciso l’abbattimento, arrivando oggi ad essere il paese in Europa con la più alta percentuale di popolazione adulta/vecchia rispetto ad altri paesi. Gli indicatori Istat testimoniano questa tendenza.

Mi piace pensare però che ci siano altri E, che stiano scrivendo un sms a qualcuno per avvisarlo di un colloquio, di una assunzione o della partecipazione ad una attività di protezione cyber per tutelare gli interessi economici dell’Italia.

Come ogni anno, Red Hot Cyber si sta preparando per l’annuale appuntamento della cyber conference, che è giunta al quarto anno. Dubito che rivedrò E. presente alla prossima conferenza che si svolgerà a Roma, ma sapere che nel mio piccolo ed in quello che RHC riesce a fare in totale indipendenza con i giovani e gli appassionati di Cyber security, possiamo essere una guida per altri come lui, è un motivo in più per non mollare mai.

Alla faccia dei detrattori, di coloro che ci hanno definito scimpanzé e dei nostri “amici” che amano l’Italia, solo se gestita da remoto.

Roberto Villani
Dilettante nel cyberspazio, perenne studente di scienze politiche, sperava di conoscere Stanley Kubrick per farsi aiutare a fotografare dove sorge il sole. Risk analysis, Intelligence e Diritto Penale sono la sua colazione da 30 anni.

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