Trustwave: il ransomware di REvil utilizzato nell'attacco a Kaseya, evitavava la lingua russa.
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Trustwave: il ransomware di REvil utilizzato nell’attacco a Kaseya, evitavava la lingua russa.

Trustwave: il ransomware di REvil utilizzato nell’attacco a Kaseya, evitavava la lingua russa.

Redazione RHC : 18 Luglio 2021 06:37

Come sempre abbiamo riportato, attribuire ad una fonte un attacco ransomware è sempre una cosa difficile.

Il codice informatico dietro il massiccio attacco ransomware da parte della cyber-gang REvil, è stato scritto in modo che il malware evitasse i sistemi che utilizzano il russo o lingue affini, secondo un rapporto di Trustwave SpiderLabs.

È noto da tempo che alcuni software dannosi includono questa funzionalità, ma il rapporto di Trustwave SpiderLabs, ottenuto esclusivamente da NBC News, sembra essere il primo a dirlo pubblicamente, come un elemento dell’ultimo attacco ransomware, il più grande di sempre.

“Non vogliono infastidire le autorità che sono in grado di gestire la loro attività”

ha affermato Ziv Mador, vicepresidente della ricerca sulla sicurezza di Trustwave SpiderLabs.

La nuova rivelazione sottolinea la misura in cui la maggior parte dei ransomware ha origine in Russia e nell’ex Unione Sovietica e mette in luce la sfida che l’amministrazione Biden deve affrontare mentre contempla una possibile risposta.

Biden ha detto martedì che la sua amministrazione non ha ancora determinato da dove ha avuto origine l’ultimo attacco.

Non sembra aver avuto un impatto dirompente all’interno degli Stati Uniti permette di identificare i criminali informatici, ma è stato definito come il più grande attacco ransomware della storia come volume, avendo infettato circa 1.500 organizzazioni, secondo i ricercatori di sicurezza.

Come avevamo riportato, l’attacco è stato particolarmente sofisticato, in quanto ha utilizzato dei difetti software precedentemente sconosciuti (una vulnerabilità “zero day”), per poi infettare l’azienda Kaseya che ha poi infettato altre aziende IT, che poi hanno infettato centinaia di clienti.

Si parla infatti di “attacco ransomware distribuito” che ha sfruttato come base la supply-chain.

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