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Windows 11 sta per arrivare. Tra rivoluzione, evoluzione e storia.

Redazione RHC : 20 Giugno 2021 08:00

Autore: Angelo Giuliani
Data Pubblicazione: 19/06/2021

Era il 1985 quando la versione 1.0 del sistema operativo grafico per PC for home users vide la luce. Windows 1.0 fu il primo tentativo della Microsoft (rampante software house diretta da Bill Gates) che cavalcando l’esperienza acquisita con il Sistema Operativo MS-DOS, ha consolidato le basi per la conquista della nuova era dei personal computer.

L’idea semplice ma ambiziosa “di avere un PC in ogni casa d’America” ipotizzata sia da Bill Gates, che dal diretto concorrente Steve Jobs (nel periodo di uscita di Apple II) era auspicabile e realizzabile solo se in presenza di una vera innovazione – rivoluzione. A scanso di equivoci, entrambe le visioni dei due protagonisti erano lungimiranti e veritiere, nonostante per il periodo storico considerate estemporanee.

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Sia la massa, che il mercato, in ultima istanza dovevano ancora ben comprendere il loro ruolo nella nascente “corsa al PC per tutti”. La sfida tra i due big invero, coinvolgeva sia il software che l’hardware, ed entrambi i protagonisti avevano le carte in regola per entrare di diritto nella hall of fame del nuovo mondo che sta prendendo forma.

L’ostico MS-DOS, classe 1981, nonostante fosse odiato per la sua spartana estetica, il celeberrimo schermo nero con un’anonima riga di comando di colore grigiolino che “accoglieva” l’utente con un gelido C:\> nonostante pagasse lo scotto per la miriade di comandi da ricordare, era ancora pienamente attivo nel panorama dei Sistemi Operativi.

La quasi totalità dei PC prodotti dalle fabbriche della società newyorkese IBM era equipaggiata con detto Sistema Operativo. Anche se affidabilità non faceva rima con bellezza, MS-DOS era considerato ancora la pietra d’angolo su cui il moderno concetto di Sistema Operativo ha poggiato le basi per la sua espansione. Gates conscio del limite di un’interfaccia poco user friendly, capì immediatamente cosa occorreva ai nuovi computer della IBM per entrare in ogni casa d’America.

La parola d’ordine era semplicità, ma al contempo strizzare l’occhio anche alla praticità e capacità di poter utilizzare più programmi durante una singola sessione di lavoro. In altre parole visual and multitasking. Il seme era stato gettato. Versione dopo versione, con tentativi più o meno degni di nota la software house di Redmond, numeri alla mano, si confermò l’unica capace di portare avanti “il sogno”.

Quindici anni dopo l’uscita della prima versione, si assistette a una delle più grandi rivoluzioni che la società moderna possa vantare. Il PC grazie a Windows 95, basato su kernel (manco a dirlo) di MS-DOS, era realmente entrato in ogni casa. Fu non solo una novità ad alto impatto dal punto di vista tecnico, ma anche sociale, inteso nel senso più ampio del termine.

Le icone, i suoni, la facilità di utilizzo tracceranno per sempre, da questo momento in poi, una sottile e annosa linea rossa tra i Sistemi Operativi a “riga di comando” (MS-DOS, UNIX, LINUX) e i Sistemi Operativi multimediali (Windows – MacOS).

Se Win95 ha rappresentato la vera rivoluzione, le successive versioni hanno avuto solamente l’onere di evoluzioni più o meno riuscite di quell’iniziale geniale intuizione. Esaminando le peculiarità tecniche dei sistemi operativi di casa Microsoft a partire da Windows 95 fino a Windows 10, notiamo come le migliorie operate sulle specifiche tecniche principali, abbiano avuto solo ritocchi di tipo estetico più che funzionale, se si esclude il cambio di passo nell’utilizzo migliorativo della tipologia del file system, o lo sguardo alla sicurezza di Win10.

Il mondo dell’informatica stava cambiando repentinamente e a velocità impressionante, pertanto i sistemi diventando presto obsoleti andavano migliorati anche nell’ottica della funzionalità. Indispensabile, di fatto, è stato il passaggio nell’impiego del file system da FAT16/32 a NTFS avvenuto nel 2000. La tecnologia NT fino all’avvento di Windows 2000 era appannaggio di server di rete e workstation, e l’intuito di Gates nell’impiegarlo anche sugli home computer si rivelò una scelta vincente, oltre che tecnicamente di carattere.

Altro pregio dei sistemi Windows, è l’avere il registro di sistema come base dati per le impostazioni, opzioni del sistema, oltre che come centro di coordinamento per le applicazioni installate dall’utente finale. La presenza massiccia di “utenti windows” è rinvenibile anche in un’altra caratteristica tutt’altro che di poco conto. Le partizioni dei volumi o degli interi dischi HDD, vengono etichettate e montate direttamente dal sistema con nomi di unità (es. C:, D:) una vera manna rispetto agli utenti di altri Sistemi Operativi costretti a montare di volta in volta le singole partizioni o dischi in base all’utilizzo della risorsa in quel momento.

Con l’avvento di Windows 10 sono state aggiunte delle specifiche volte a migliorare la sicurezza del sistema, questo per arginare la nomea di “sistema poco sicuro” e soggetto a bug. Vale la pena precisare a tal proposito, che un PC dotato di Sistema Operativo Windows non è più vulnerabile di altri dispositivi dotati di altri Sistemi Operativi. E’ soltanto una questione di numeri, di grandi numeri ad essere più precisi. Maggiore infatti è il numero di utenti detentore di una certa tipologia di sistema, maggiore sarà lo sforzo compiuto dagli hacker per cercare di violare tale sistema. Al contempo però, non certo per partito preso nel condannare o nell’appoggiare a piè pari le decisioni della software house di Redmond, prendendo in prestito la massima di un mio precedente articolo, è sempre l’utente finale che con i propri comportamenti determina l’aumentare o il diminuire la possibilità di essere vittima di un attacco!

Microsoft difatti, per scelte legate soprattutto a una questione di immagine e di mercato, più che per effettiva necessità, ha implementato un tool capace di aiutare l’utente medio nel difficile compito di proteggersi in modo adeguato, fornendo applicazioni degne di nota come l’antivirus preinstallato chiamato Windows Defender, che scansiona periodicamente il PC in automatico, attuando la cosiddetta protezione in tempo reale.

Altro punto forte in tal senso, è il download automatico degli aggiornamenti di sicurezza e degli aggiornamenti principali, i quali contengono spesso nuove funzionalità o miglioramenti del sistema. Anche in questo caso è doveroso procedere a precisazione. Per quanto nobile sia l’intuizione nel dare all’utente finale un sistema sempre aggiornato in automatico, di fatto non è rara l’inutilizzabilità (specialmente in dispositivi datati) dello stesso PC durante le pesanti installazioni in background o addirittura nell’emissione in date ravvicinate delle patch di aggiornamenti che correggono quella emessa di qualche settimana precedente.

Mutuando una pubblicità degli anni’90, Tutto questo è il passato! Cosa bolle in pentola per Windows11?

Una della prime novità che i rumors danno quasi per cosa certa, è che Microsoft si sta nuovamente muovendo sul filone dell’aggiornamento gratuito da parte dei detentori di sistemi dotati di licenza genuina già dalla versione 8.1, anche se in ultima istanza la domanda definitiva rimane un’altra, ossia sarà un nuovo tipo di Sistema Operativo o una major update?

Il Sistema Operativo che sarà, ha un’ottima progenie. Difficilmente si cambierà rotta in attesa di una vera rivoluzione. Sicuramente sarà un sistema basato su file system di tipo NTFS, rivelatosi all’altezza sia con il passare degli anni, sia dal punto di vista strettamente tecnico. Nonostante il bailamme sul nome, le certezze acquisite come esperienza sul campo dalle versioni precedenti saranno tutte riproposte con migliorie, in fondo sono ormai lontani i tempi dei flop conclamati.

Surfando nel web, non emergono novità di rilievo al momento. Probabilmente il 24 di giugno 2021 sarà il zero day, ma non emerge nulla di più. Dalle ISO disponibili per beta tester però emergono alcune novità di rilievo, tra i quali spicca per l’aspetto grafico un rinnovo del design che andrà a modificare l’interfaccia grafica, che grazie al Fluent Design sarà senz’altro più fluida e appetibile alla vista, mentre dal punto di vista strettamente tecnico le novità sono rinvenibili nel nuovo sistema di gestione disco e di monitoraggio delle prestazioni, dando all’utente finale la possibilità di decidere in autonomia il grado di prestazioni da utilizzare per ogni applicazione.

Concludendo possiamo per il momento affermare che Windows 11 ha tanto e troppo il sapore di una pura e semplice evoluzione.

Questo però, in un certo senso, lascia almeno i patiti della materia con l’amaro in bocca. Non di certo per la qualità di un prodotto che ancora una volta occuperà una cospicua fetta di mercato degli home PC, ma perché credo che sognare un’altra rivoluzione sia ancora possibile. Sostanzialmente l’assenza di Gates e Job si fa sempre più pressante man mano che il mercato chiede e reclama novità.

Non essendoci più una visione quasi mistica del futuro siamo condannati ad accontentarci solo delle esigenze del mercato, un po’ come avviene nel campo della musica, decine di album fotocopia che affollano gli scaffali, poche case discografiche disposte a rischiare lanciando musica davvero innovativa.

Mentre sto scrivendo quest’articolo, manca meno di una settimana all’uscita di Windows11, nell’ambito delle voci di corridoio e nell’immaginare ciò che sarà del nuovo prossimo futuro, nello scrivere questa cronistoria, sicuramente mi sono divertito a scavare nei miei ricordi, di quando all’età di 11 anni ho visto per la prima volta quel prompt di colore grigiolino rimanere “impassibile” in attesa paziente dei miei ordini, o quando dalle casse (grigioline anche quelle) uscì per la prima volta il suono di accensione che negli anni è diventata colonna sonora del tempo che passa, segnando di volta in volta le tappe di un’esistenza al fianco e talvolta all’ombra di questo grande cambiamento.

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