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La BMW Italia ha esposto informazioni dei suoi clienti online

La BMW Italia ha esposto informazioni dei suoi clienti online

Redazione RHC : 11 Marzo 2023 10:38

Il famoso marchio di auto di lusso BMW ha protetto in modo improprio il suo sistema informatico e ha esposto online file sensibili.

A febbraio, i ricercatori hanno scoperto che sul sito ufficiale di BMW Italia era ospitato un ambiente non protetto (.env) e dei file di configurazione .git. Ciò avrebbe potuto consentire agli attori malintenzionati di scoprire informazioni sul sistema e accedere al database dei clienti.

“La scoperta dimostra che anche i marchi noti e affidabili possono avere configurazioni gravemente insicure, consentendo agli aggressori di violare i loro sistemi per rubare informazioni sui clienti o spostarsi lateralmente attraverso la rete, è stato riportato da CyberNews.




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I ricercatori hanno notato che sebbene queste informazioni non siano sufficienti per consentire agli attori delle minacce di compromettere il sito Web, potrebbero essere utilizzate per la ricognizione, scoprendo e raccogliendo segretamente informazioni su un sistema. 

I dati potrebbero portare alla compromissione del sito Web o indirizzare gli aggressori verso l’archiviazione delle informazioni sui clienti e i mezzi per accedervi. I file sensibili sono stati generati da un framework su cui BMW Italia fa affidamento: Laravel. Si tratta di un framework PHP open source gratuito progettato per lo sviluppo di applicazioni web.

Nel 2017 è stata scoperta una vulnerabilità nel suddetto framework che ha ottenuto un punteggio di 7,5 su 10 nel Common Vulnerability Scoring System (CVSS). Tramite questa falla gli aggressori possono ottenere informazioni sensibili come password utilizzabili sfruttando il difetto.

La società potrebbe aver utilizzato una versione vulnerabile di Laravel o potrebbe essere stata configurata in modo errato per errore da qualcuno che utilizza una versione aggiornata.

BMW, una multinazionale tedesca produttrice di veicoli di lusso che consegna circa 2,5 milioni di veicoli all’anno. Se un hacker malintenzionato dovesse scoprire il difetto, potrebbe sfruttarlo per accedere ai dati dei clienti, rubare il codice sorgente dell’azienda e cercare altre vulnerabilità da sfruttare.

Redazione
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