
I ricercatori hanno scoperto circa 45.000 server Jenkins sulla rete che sono vulnerabili al CVE-2023-23897. Per tale bug sono già stati creati diversi exploit PoC disponibili al pubblico.
La settimana scorsa, gli sviluppatori Jenkins hanno introdotto le versioni 2.442 e LTS 2.426.3, che risolvono le vulnerabilità. In determinate condizioni, tali falle consentono agli aggressori di accedere ai dati su server vulnerabili ed eseguire comandi CLI arbitrari.
In particolare, il bug critico CVE-2024-23897 consente agli aggressori non autenticati con diritti generali/di lettura di leggere dati da file arbitrari sul server Jenkins. Gli aggressori possono leggere le prime righe dei file e il numero di righe dipende dai comandi CLI disponibili.
Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Il bug è legato al comportamento predefinito del parser args4j in Jenkins, che espande automaticamente il contenuto dei file in argomenti di comando se l’argomento inizia con un carattere “@”, consentendo la lettura di file arbitrari.
Come riportato dal fornitore, la vulnerabilità CVE-2024-23897 espone le versioni senza patch di Jenkins a potenziali attacchi, inclusa l’esecuzione remota di codice arbitrario (manipolando l’URL radice della risorsa), il cookie “Ricordami” o aggirando la protezione CSRF.
In precedenza, i ricercatori di sicurezza avevano avvertito che per questo problema erano apparsi diversi exploit disponibili pubblicamente e che gli honeypot stavano già registrando azioni sospette simili ai tentativi di sfruttamento del CVE-2024-23897.
Come hanno ora avvertito gli specialisti di Shadowserver, sono stati in grado di rilevare circa 45.000 istanze Jenkins prive di patch su Internet. La maggior parte si trova in Cina (12.000) e Stati Uniti (11.830), seguiti da Germania (3.060), India (2.681), Francia (1.431) e Regno Unito (1.029).

Gli esperti consigliano a tutti coloro che non hanno ancora installato le patch di farlo. Inoltre hanno consigliato di leggere il bollettino sulla sicurezza di Jenkins, che elenca consigli e possibili modi per risolverlo.
Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.


Dopo aver approfondito i delicati equilibri che vincolano gli operatori di Cyber Threat Intelligence(CTI) tra il GDPR e il rischio di Ricettazione, è fondamentale rivolgere l’attenzione a chiunque,...

Il mondo della tecnologia è un vero e proprio campo di battaglia, dove i geni del coding sfidano ogni giorno i malintenzionati a colpi di exploit e patch di sicurezza. Ecco perché la recente scopert...

Questa notizia ci arriva dal feed News & Research di Recorded Future (Insikt Group): Check Point Research ha documentato una nuova ondata di attività attribuita al threat actor China-linked Ink D...

La cultura del “tanto chi vuoi che mi attacchi?” gira ancora, testarda. Non è uno slogan, è proprio un modo di pensare. Una specie di alibi mentale che permette di rimandare, di non guardare tro...

La sicurezza informatica è un tema che non scherza, specialmente quando si parla di vulnerabilità che possono compromettere l’intero sistema. Ebbene, Hewlett Packard Enterprise (HPE) ha appena lan...