Red Hot Cyber

La cybersecurity è condivisione.
Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed 
incentiva gli altri a fare meglio di te.

Cerca

Amazon AWS chiuderà l’infrastruttura della NSO Group.

Redazione RHC : 27 Luglio 2021 09:18

Dopo molto tempo che se ne parlava su Red Hot Cyber del caso Pegasus, dopo la causa tentata da Facebook nei suoi confronti dello scorso anno, dopo anni che software come Pegasus, Karma, FinFisher (perchè Pegasus è solo uno dei tantissimi spyware venduti dagli PSOA o private-sector-offensive-actors), la cosa ha raggiunto finalmente l’attenzione del grande pubblico.

Amazon ha riportato di recente che spegnerà l’infrastruttura dei servizi cloud collegati al fornitore di sorveglianza. Come riportato da Vice, Amazon ha condiviso le preoccupazioni del vasto pubblico in controtendenza rispetto alle affermazioni difficilmente sostenibili del CEO della NSO Group, Julio Shalev.

Lo scandalo Pegasus (che poi di fatto erano notizie delle quali sono anni che se ne parlava su Red Hot Cyber), ha mostrato come i governi autoritari di tutto il mondo stiano utilizzando gli spyware della NSO per colpire giornalisti, dissidenti, politici ed attivisti.

Spesso, questo avviene utilizzando i famosi zeroday noclick, tanto ricercati dai broker zeroday, rivenduti a prezzi elevatissimi (milioni di euro), dei quali abbiamo parlato molto in precedenza, facendo anche un video nel nostro canale YouTube per far comprendere come gli PSOA, acquistano queste falle di sicurezza e le utilizzano per creare i loro sistemi di spionaggio.

“Quando abbiamo appreso di questa attività, abbiamo agito rapidamente per chiudere l’infrastruttura e gli account pertinenti”

ha dichiarato a Vice un portavoce di Amazon.

Il progetto Pegasus, che prende il nome dallo spyware chiave di NSO, ha mostrato come la tecnologia realizzata dal gruppo sia stata utilizzata per sorvegliare i telefoni di dozzine di personaggi di spicco.

Si sospettava che alcuni giornalisti della rete OCCRP fossero stati rintracciati, tra cui Khadija Ismayilova, una giornalista che è diventata un bersaglio del regime repressivo in Azerbaigian. Il suo nome era stato incluso in una fuga di dati di 50.000 numeri di telefono presumibilmente contrassegnati per il targeting dello spyware.

Amazon è stata coinvolta dopo che l’indagine forense di Amnesty International su Pegasus, ha mostrato che un telefono infetto dal malware della NSO ha inviato informazioni

“…a un servizio gestito da Amazon CloudFront, suggerendo che il gruppo NSO è passato a utilizzare AWS (Amazon Web Services) negli ultimi mesi”.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha definito il rapporto “estremamente allarmante” in una dichiarazione di lunedì.

Le accuse sembrano

“confermare alcuni dei peggiori timori circa il potenziale uso improprio della tecnologia di sorveglianza per minare illegalmente i diritti umani delle persone”

ha detto Bachelet.

Redazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.